«Ho provato a spegnere il fuoco non c’è stato niente da fare»
MUSILE. «Abbiamo visto il fumo uscire dalle finestre e subito capito che era accaduto qualcosa di grave nella casa dello zio». Enzo Garatto è uno dei due figli di Letizia Coretto, cognata di Aldo Garatto, morto nel rogo di ieri in via Damiano Chiesa a Musile. Ha trascorso la mattinata dai carabinieri di San Donà che hanno svolto le indagini sull’incendio in cui ha perso la vita lo zio 90enne Aldo. Lui è stato il primo ad accorrere poco prima delle 6 davanti all’abitazione in cui viveva lo zio, utilizzando una canna per innaffiare il giardino gettando acqua sulle fiamme che uscivano. «Ho cercato di spegnere come potevo le fiamme che uscivano dalle finestre», racconta ancora sconvolto, «ho subito capito che sarebbe stato impossibile entrare. Le porte erano chiuse e anche le finestre sbarrate e allora ho immediatamente chiamato i vigili fuoco che sono arrivati poco dopo. Purtroppo per lo zio non c’è stato nulla da fare».
I pompieri hanno aperto la porta dell’abitazione al primo piano dove hanno trovato ancora a letto e confusa la mamma di Enzo, la signora Letizia che poteva rischiare l’intossicazione, anche perché probabilmente il fumo ardeva da diverso tempo nell'abitazione al pian terreno di Aldo prima che i figli si svegliassero intorno alle 6. Una scena tragica che ha impressionato anche i vicini di casa in questa stradina bianca che parte da via Chiesa, dove vivono le famiglie Garatto e Coretto a due passi dall’argine del Piave a Musile.
Ieri mattina altri vicini si sono subito informati su quanto accaduto alle prime luci dell’alba in via Chiesa, scoprendo che Aldo non ce l’aveva fatta a seguito del tragico rogo. La signora Letizia è stata dichiarata invece fuori pericolo alcune ore più tardi dopo tutti gli esami e ancora sotto choc in ospedale a San Donà. Al cordoglio degli abitanti si è aggiunto subito quello della sindaca di Musile, Silvia Susanna, che ha appreso dell’incendio nelle prime ore della mattina. «Siamo vicini a tutta la famigliai», ha detto, «ci uniamo al loro dolore per la perdita di Aldo che era molto amato e rispettato da chi aveva avuto modo di conoscerlo e lavorare con lui in questi anni». (g.ca.)
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