«Ho paura, voglio tornare a casa»
NOVENTA. «Voglio tornare da mia madre e da mio fratello a Noventa, qui c’è brutta gente, ho paura». È lo sfogo dal Cie di Bari del ventiduenne Emra Gasi, residente da anni a Noventa, ma di fatto senza cittadinanza, finito nella rete dei controlli di polizia, convocato di recente in questura a Marghera e infine inviato, quale clandestino, al centro di accoglienza in Puglia per l’espulsione. «Non ce la faccio più, non riesco né a mangiare né a dormire», prosegue disperato per la sua disavventura.
In Italia era arrivato con i genitori fuggiti dalla guerra in Serbia nel 1989, poi dal 2000 trasferiti a Noventa. La mamma, analfabeta, il papà, che nel frattempo è morto, poi un fratello. Lui ha avuto problemi di tossicodipendenza e sarebbe affetto da un ritardo mentale confermato da una psicoterapeuta che lo ha assistito in udienza. Risulta nato a Secondigliano, popoloso quartiere di Napoli, dove si rintraccia lo stato di nascita. Ma questo, in copia conforme dal Comune partenopeo, non è stato sufficiente. Così non risulta nè cittadino italiano, per difetto di documentazione, nè serbo.
Al compimento dei 18 anni non gli è stato comunicato, questa la difesa del legale, che avrebbe dovuto chiedere la cittadinanza italiana. Nel Cie di Bari è assistito ora dalla psicoterapeuta Carla Costanzo, quindi dall’avvocato Ulyana Gazidede che ritiene che il ventiduenne non possa essere espulso, perché dovrebbe essere considerato al massimo apolide, quindi senza cittadinanza. «Il fermo è stato convalidato in udienza a Bari», ha detto l’avvocato Gazidede che lo assiste a Bari, mentre a Noventa lo segue l’avvocato Mariastella Mazzon, «ma abbiamo presentato gli atti contro il decreto di espulsione richiedendo una sospensiva presentata al giudice di pace di Venezia».
Giovanni Cagnassi
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia