«Ho paura per mio figlio»: lettera a sindaco e prefetto

Mestre, un genitore scrive alle istituzioni e chiede aiuto: «Spacciatori armati, ubriachi, violenti: la situazione è fuori controllo»
Il sindaco Brugnaro in visita alla stazione di Mestre, subito dopo l'elezione
Il sindaco Brugnaro in visita alla stazione di Mestre, subito dopo l'elezione

MESTRE. Spacciatori, malintenzionati, baby gang: Mestre di questi tempi offre un campionario di problemi che non stanno passando inosservati ai cittadini. E tra questi ce n’è uno che ieri ha scritto al prefetto e al sindaco chiedendo aiuto, non sentendosi più sicuro, specie nel pensare al figlio minorenne che deve uscire per raggiungere la scuola al mattino o per rientrare a casa. Un padre che lancia un appello chiaro e forte alle istituzioni, per cercare di invertire una tendenza che in città purtroppo coinvolge sia il centro che la periferia.

«Vi scrivo perché sono molto preoccupato per l’incolumità di mio figlio, di sua madre e della mia», si legge nella lettera di F.B., rivolta alle istituzioni cittadine. «Mio figlio e sua madre abitano nella zona della stazione e mi reco quasi giornalmente nel condominio dove vivono per prendere o riportare mio figlio. Da qualche giorno gli stiamo insegnando ad andare a scuola da solo a piedi, trovandosi con i coetanei lungo la strada. Purtroppo come ben sapete nella zona della stazione di Mestre e nelle vie adiacenti la situazione “sicurezza” è decisamente fuori controllo, nonostante il pattugliamento quotidiano delle forze dell’ordine. E mi succede sempre più spesso di entrare o uscire dal portone di casa e trovarmi davanti uomini, prettamente di colore, che vendono e comprano droga, che bevono e a volte che si minacciano tra loro, coltello alla mano. Come faccio ad accedere in sicurezza all’abitazione? Come fa mio figlio piccolo ad andare a scuola senza il rischio di essere importunato o peggio? E la madre come può uscire in sicurezza? Come possiamo stare tranquilli in questa situazione?».

Il padre ora spera che da prefetto e sindaco giungano risposte, che la situazione possa migliorare. Molto si sta già facendo, ma F.B. auspica che davvero le cose posano cambiare una volta per tutte. «Spesso chiamo il 113 (lunedì per l’ennesima volta) e segnalo quello che vedo», aggiunge. «La centrale manda una pattuglia, ma non è certo un metodo risolutivo, perché ovviamente appena questi malviventi scorgono in lontananza l’auto con i lampeggianti si disperdono, per poi tornare indisturbati dopo un paio d’ore o meno. Vi chiedo di prendere a cuore la situazione, di cercare insieme ai vostri collaboratori una soluzione. Secondo il mio modesto parere potrebbe essere utile l’installazione di telecamere di sorveglianza, perché la limitazione della libertà della mia famiglia è più che evidente e non è tollerabile».

 

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