«Hanno ucciso mia figlia voglio sapere com’è morta»

La disperazione del padre: non mi è rimasto niente di lei, ora mi devono dire se la mia Valentina si sarebbe potuta salvare dopo il primo urto contro gli alberi

SAN STINO. È un padre pugnalato a morte, Fiorenzo Genovese. «Hanno ucciso mia figlia». Non si dà pace. È distrutto. Alterna momenti di lucidità a minuti di profondo sconforto. Non ce la fa, il dolore prevale. Poi si riprende, pensa al sorriso di Valentina. «Non aveva paura di nulla, mia figlia», dice orgoglioso e fiero di lei. Viene avvicinato, abbracciato. Gli vengono asciugate le lacrime dai parenti, dai conoscenti, dai vicini di casa, e anche dagli amici di Valentina. Nel piccolo cortiletto della palazzina di via Buozzi 13, in una zona residenziale di San Stino dove abitano numerose famiglie, si è formato un piccolo capannello di persone. Vogliono manifestare la loro solidarietà.

Ma Fiorenzo Genovese ha già maturato un’idea fissa. Sembra di avere di fronte Giorgio Rizzetto. Già, il padre di Marco, il giovane di Portovecchio che il 2 maggio 2014 trovò la morte in un incidente per il quale una donna ha patteggiato poco più di 20 mesi. Una storia dolorosa e non ancora finita, caratterizzata da omissioni pesanti. Fiorenzo Genovese ha le idee molto chiare. «Voglio giustizia per Valentina», spiega, «io non so, e non si può sapere se mia figlia sia morta dopo l’impatto tra la sua macchina e gli alberi di quella strada maledetta. Certamente, poi, è sopraggiunta una seconda macchina che ha travolto tutti, mia figlia e i primi soccorritori compresi».

Il dubbio di Fiorenzo Genovese assomiglia troppo, maledettamente troppo, a quello di Giorgio Rizzetto. «Gli inquirenti me lo devono dire, me lo devono scrivere. Valentina si sarebbe potuta salvare oppure no? Mia figlia era già morta quando è sopraggiunta l’altra macchina, presumo a velocità elevata, oppure no? Io voglio saperlo. Voglio la verità. Voglio giustizia».

Il pensionato non può darsi pace. «Mia figlia era piena di vita. Valentina avrebbe dovuto rientrare a Londra, questa mattina (ieri, ndc). Il volo sarebbe partito da Treviso poco dopo le 9. Invece mia figlia non è tornata a casa. È morta, e non è rimasto niente di lei».

Pare che il riconoscimento sia avvenuto, infatti, in circostanze drammatiche. Valentina, infatti, era riconoscibile dai capelli. Fiorenzo Genovese ha chiesto il numero di un legale. Lo vuole contattare e vuole ordinare delle perizie. Dovrà attendere ancora un po’. Tutte le vetture coinvolte nell’incidente, infatti, sono sotto sequestro.

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