«Ha usato l’auto di servizio per emergenza»
Uno stato di necessità estremamente urgente. Parla, tramite il suo legale, il dipendente dell’Asl 10 colpito da una denuncia penale e, per ora, un procedimento disciplinare dopo che la guardia di finanza ha effettuato dei controlli sui suoi movimenti con l’auto di servizio non collegati al suo lavoro e ai compiti assegnati.
Il legale del dipendente, che si era recato a scuola per andare a prendere il figlio infortunato, l’avvocato Luca Pavanetto, chiarisce la posizione del suo assistito dal punto di vista della difesa. «Ha agito in stato di assoluta necessità», spiega, «perché il figlio era gravemente infortunato e aveva bisogno di aiuto immediato. Il padre, che aveva già svolto il suo servizio presso il posto di lavoro in azienda e pertanto non sottraeva tempo direttamente collegato al suo servizio pubblico, è andato a scuola perché il figlio era in una condizione di estrema necessità e bisognoso di aiuto e cure. Come ogni padre di famiglia è accorso a prenderlo, perché tutti avrebbero fatto lo stesso in quei frangenti».
Il dipendente è stato comunque colpito anche da un procedimento disciplinare, mentre sarà l’autorità giudiziaria a decidere adesso se procedere o meno sotto il profilo penale e sulla base dei dati raccolti dalla guardia di finanza di San Donà che lo aveva ascoltato a suo tempo Le fiamme gialle, intanto, sono pronte ad avviare altre indagini a seguito di un nuovo esposto, in cui si accusano i dipendenti di abusare di malattie e permessi, di uscire dagli uffici senza timbrare il cartellino e altre violazioni legate alla loro attività lavorativa. Non è mancata la reazione di altri dipendenti dell’azienda sanitaria dopo che è stato adombrato che andassero a fare la spesa o al bar con l’auto di servizio. «Gli esposti anonimi sono solo cattiverie», spiegano amareggiati, «fumo negli occhi per creare tensioni interne. Utilizziamo l’auto di servizio per trasportare i disabili che necessitano di fare la spesa o fare acquisti. Qualcuno cerca di accusarci ingiustamente con questi esposti che non tengono conto del nostro lavoro e dei nostri compiti. Chi denuncia con questi esposti anonimi lo sa bene e vuole giocare sull’inganno e generare dei dubbi nelle forze di polizia e gli organi di controllo». (g.ca.)
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