Ha trentuno carte clonate turista arrestato a Tessera
TESSERA. Dalla Malesia con 31 carte di credito clonate per fare acquisti nelle boutique di lusso e per dormire nei migliori hotel di Venezia. Era questo il piano di un 30enne arrivato da Kuala Lumpur, ma il suo progetto si è fermato sulla porta dell’aeroporto Marco Polo. Il malese è stato scoperto, processato per direttissima e condannato a 1 anno e 6 mesi di reclusione (pena sospesa).
Il 30enne dopo Pasqua era partito da Kuala Lumpur, capitale della Malesia, e aveva fatto scalo a Amsterdam prima di atterrare a Tessera. Qui la guardia di finanza lo ha fermato per un controllo di routine. Il turista malese ha esibito la prenotazione di un hotel a 5 stelle a Venezia, e ha riferito di essere arrivato nella città lagunare attirato più dalla possibilità di fare shopping nelle boutique di lusso che per le bellezze artistiche da visitare. Proseguendo i controlli i finanzieri hanno trovato appena 100 euro nel portafoglio del turista, ma ben sette carte di credito tra le tasche e il portamonete. Insospettiti da tutte quelle tessere, i finanzieri hanno deciso di approfondire le verifiche e di aprire il bagaglio. E lì è stato trovato il tesoro del giovane malese. Nascoste all’interno di alcuni doppi fondi creati ad hoc sono state rinvenute altre carte di credito di diversi istituti. Alla fine le tessere, tutte clonate, erano addirittura 31. Un numero record. Il turista, o presunto tale, aveva con sè anche una lista di negozi di lusso in cui andare a fare acquisti. Visto il numero di carte contraffatte, il sospetto è che il piano non fosse semplicemente di fare qualche acquisto per sè, ma che stesse operando su commissione.
La guardia di finanza ha dunque sequestrato le carte di credito. Il cittadino malese è stato arrestato per possesso di strumenti di pagamento contraffatti e clonati, con i quali aveva tra l’altro già pagato l’albergo e il biglietto aereo.
Oggi, nel processo per direttissima al Tribunale di Venezia, il 30enne è stato condannato ad un anno e sei mesi di reclusione (pena sospesa), oltre che al pagamento di una multa di 1.000 euro. Un’azione quella della guardia di finanza che ha salvato alcune boutique da un bel danno economico, viste le intenzioni del turista.
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