Ha lavorato 35 anni all’Enichem muore di tumore per l’amianto

Roberto Moro, 62 anni, ucciso dal mesotelioma: l’Inail gli aveva riconosciuto la malattia professionale dovuta al contatto con la sostanza killer. La famiglia pensa di rivalersi sull’azienda di Porto Marghera

MARGHERA. Muore di mesotelioma dopo 35 anni di lavoro all’Enichem di Marghera: l’Inail gli aveva riconosciuto la malattia professionale legata al contatto prolungato con l’amianto. I familiari di Roberto Moro, 62 anni, ex consigliere comunale di Monastier deceduto ieri, sono convinti che a causare il decesso del loro caro sia stato il prolungato contatto in fabbrica con il materiale pericoloso. A supportare questa tesi, come spiega la figlia Vania, il riconoscimento del mesotelioma quale malattia professionale da parte dell’Inail e il successivo indennizzo. Non è escluso che la famiglia possa in un secondo momento rivalersi anche sull’Enichem. «Papà se lo meriterebbe», dice la figlia.

Il sessantaduenne aveva lavorato come operaio per 35 anni allo stabilimento della Enichem di Porto Marghera. E proprio in fabbrica aveva avuto un contatto prolungato con materiali contenenti amianto. Nel 2002 l’operaio era andato in pensione anticipata beneficiando della legge sull’amianto. Era una persona in salute, Roberto Moro, fino all’ottobre del 2012 quando aveva scoperto di avere il cancro. La neoplasia polmonare aveva poi provocato le metastasi al cervello e al fegato, intaccando in maniera molto aggressiva il fisico dell’uomo. Proprio con l’insorgenza di una tipologia di cancro che aggredisce i polmoni, tipica di chi è stato a contatto con l’amianto, Moro aveva avviato l’iter per il riconoscimento della malattia professionale, giunto anche a un indennizzo economico per la famiglia. La battaglia di Moro contro il male è durata un anno: a luglio, il peggioramento. La scorsa settimana, il ricovero all’Hospice dell’Advar, dove alle prime ore di ieri è morto.

In pensione, Moro aveva iniziato a dedicarsi ai campi e ai vigneti ereditati dal padre, diventati la sua grande passione. Nel quinquennio 2004-2009 era stato anche in consiglio comunale a Monastier, sui banchi della maggioranza a fianco del sindaco Salvatore Lo Stimolo. «Una persona semplice, che amava la vita e la sua famiglia», è il ricordo commosso dei parenti. Lascia la moglie Renata, i figli Simone, Lisa e Vania, la nuora Eva, il genero Giovanni, le nipoti Nicole, Vanessa, Sveva e Natalie, la mamma Adelia, parenti e amici. I funerali saranno celebrati giovedì alle 10.30 a Monastier.

Rubina Bon

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