Ha chiuso l'ostello degli irlandesi a Mestre: "Speriamo sia solo un arrivederci"

I fondatori della catena del distretto di via Ca’ Marcello scelgono di chiudere. Gli altri alberghi: «Noi resistiamo»
 
L’edificio con la catena Wombats e a fianco il 7Days cinese
L’edificio con la catena Wombats e a fianco il 7Days cinese

MESTRE. «A causa delle continue crisi dell'intera industria dei viaggi, per ovvie ragioni, siamo costretti a chiudere la nostra attività a Venezia». I fondatori di Wombat’s, l’ostello aperto nel luglio di un anno fa in via Ca’ Marcello, confermano la notizia che si è diffusa negli ultimi giorni: la chiusura, improvvisa, della struttura di Mestre. Marcus e Sascha, fondatori della catena di ostelli irlandese, lo scrivono nel messaggio alla clientela. Per loro si tratta al momento di un arrivederci a Mestre.

«I nostri ostelli Wombat a Vienna, Monaco e Londra rimarranno aperti e ti daranno il benvenuto, ovviamente con tutte le necessarie azioni di sicurezza. Forse potremo tornare a Venezia quando la situazione si sarà chiarita per tutti noi. Rimani sicuro», scrivono sul blog. Senza lavoro rimangono i dipendenti dell’ostello, tutti giovani. Alcuni si sarebbero rivolti al sindacato.

La catena irlandese Wombats fa parte dei quattro alberghi del distretto di Mestre di via Ca’ Marcello, ceduto dalla Mtk, la società che li ha costruiti, al fondo americano Deka. Di fatto, l’ostello era in affitto dal fondo immobiliare americano. E ha smobilitato in questi giorni. Il distretto alberghiero da 1.900 posti vede le prime chiusure, conseguenza della gravissima crisi del settore turistico in città.

Il doppio ostello della tedesca AO è aperto al 50% con metà struttura chiusa. Ha riaperto dallo scorso settembre, il 4 stelle Superior della Leonardo Royal hotel della catena israeliana Fattal. E tiene duro, nonostante le evidenti difficoltà, lo Staycity, che si è specializzato negli appartamenti turistici. Aperto anche il 7Day della cinese Plateno.

La chiusura di Wombats è legato al target di clientela straniera: ovvero le comitive scolastiche e i gruppi di giovani. Con la crisi del turismo, conseguenza del Covid-19, il calo di clienti si è unito alle difficoltà di garantire distanziamenti in stanze con più letti.

«Noi siamo aperti anche se conviviamo tutti con le difficoltà del settore turismo segnalate anche dagli alberghi del centro storico veneziano», commenta Fabio Moccia, direttore dello Staycity che confida nel mercato degli spostamenti per lavoro e business.

Il momento non è facile per nessuno, ha segnalato l’Associazione veneziana albergatori. E tutto si rallenta: in via Ca’ Marcello si è insediato, ma al momento non si lavora, il cantiere a fianco della sede dei sindacati, dove Mtk intende costruire il quinto albergo, che vedrà la luce tra un paio d’anni, marchio Tribe della francese Accor Hotels.

E la situazione di incertezza pesa sui progetti del futuro, quelli dei nuovi alberghi previsti tra Mestre e Marghera dall’accordo sulla stazione sia a fianco dei binari lato Mestre sia in via Ulloa nell’area Cediv Salini. Rallenta il progetto della Dhotels per l’albergo a 5 stelle al posto del palazzo ex Tim dietro il museo M9 di Mestre, tra via Carducci e via Pascoli. Perché con una crisi di queste proporzioni non è più chiaro quale sarà il peso del turismo post Pandemia.

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