Guidava drogato e rese paralitica una bimba. "Ora deve pagare"

DOLO. «Spero nella giustizia, che sia veloce e giusta, perché ad altre famiglie sia evitato lo strazio che deve subire mia figlia, rimasta paralizzata dall’ombelico in giù: lei oggi ha 6 anni, ma si ricorda di quando camminava e correva, prima dell’incidente. La legge va cambiata, perché un errore umano può accadere, una distrazione fatale può succedere, ma se guidi alterato dalla droga o dall’alcol sei consapevole di essere pericoloso: ti devono fermare e condannare duramente».
A parlare è Tania Maritan, mamma di Aurora: il 13 gennaio 2013, la donna era alla guida della sua Twingo, con la bimba allacciata al seggiolino, quando all’altezza di Campagna Lupia vennero centrate in pieno dalla “Bravo” guidata da A.P., 29 anni, di Dolo, che stava tentando un’inversione a “U”. Il 23 febbraio, la giudice per le udienze preliminari Roberta Marchiori sarà chiamata a decidere sul rinvio a giudizio del giovane (rappresentato dall’avvocato Roberto Bolognesi) per le gravissime lesioni provocate alla mamma e alla sua bambina, che con gli avvocati Augusto Palese e Giacomo Gamba si costituiranno parte civile. A.P. è già stato condannato a 4 mesi di arresto e mille euro di ammenda dalla giudice Galasso, perché al momento del sinistro si trovava sotto l’effetto di sostanze stupefacenti, con revoca della patente e confisca dell’automobile.
Il dolore provocato da quel sinistro è inimmaginabile. «Mia figlia ha le gambe paralizzate, è costretta sulla sedia a rotelle e ha bisogno di sostegno continuativo: basti pensare che bisogna cambiare i cateteri ogni 4 ore», racconta la madre, che a sua volta è stata 20 giorni in coma e ha avuto tutte le costole fratturate, «non riesco a sollevare pesi. Grazie all’aiuto di familiari, ma soprattutto di tante persone buone che neppure conosciamo, ho potuto trovare portare due volte Aurora in America per terapie innovative: pensare che l’incidente sia stato provocato da una persona in stato di alterazione è uno strazio nello strazio». Aurora ora frequenta la prima elementare e madre e figlia possono contare solo sull’accompagnatoria, perché sebbene la bimba sia invalida al 90% avrà diritto ad una pensione, d’invalidità solo a 18 anni. La madre è senza occupazione e - secondo il medico legale di parte, Calogero Nicolai - lei stessa è invalida al 60 %. «Per questo la richiesta risarcitoria sarà di diversi milioni di euro», commenta l’avvocato Palese, «per i danni biologici, morali, esistenziali, relazionali, assistenziali, patiti dalla signora Maritan e dalla piccola Aurora».
Roberta De Rossi
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