Guerriglia al Brennero, arrestato, condannato e scarcerato un anarchico veneziano

Sono 14 i mesi di pena per resistenza al ventenne Stefano Marri. Il suo ex preside: «Me ne ricordo come un ragazzo propositivo e corretto»
Clashes between police forces, Italian and Austrian, and protesters anarchists, during a rally against the Austrian government's planned re-introduction of border controls at the Brennerpass, Italy-Austria, 07 May 2016. ANSA / ROBERTO TOMASI
Clashes between police forces, Italian and Austrian, and protesters anarchists, during a rally against the Austrian government's planned re-introduction of border controls at the Brennerpass, Italy-Austria, 07 May 2016. ANSA / ROBERTO TOMASI

VENEZIA. Tutti condannati ma già rimessi in libertà. I sei anarchici arrestati sabato pomeriggio durante le ore di guerriglia al Brennero hanno potuto lasciare le celle nella serata di ieri. Le condanne però sono state severe. A due dei manifestanti inquisiti il giudice Ivo Perathoner ha anche negato la sospensione condizionale della pena, concessa invece ai loro quattro compagni di sventura. Le condanne richieste dal pubblico ministero di Bolzano Giancarlo Bramante erano state ancora più severe e superavano per tutti i 2 anni di reclusione. Le condanne più severe sono state riservate a Sabrina Napoli di Rovereto (che paga anche i suoi precedenti specifici) e al croato Nemanja Durdevic: un anno e quattro mesi di reclusione senza sospensione condizionale della pena e con la misura cautelare del divieto di dimora in Alto Adige. Le altre quattro condanne sono state inflitte, invece, con il beneficio della condizionale: un anno e quattro mesi a Luca Fogli di Ravenna, un anno e due mesi ciascuno al 20enne veneziano Stefano Marri e a Cristian Siciliano di Vimercate e un anno a Miriam Martini di Verona.

Un gruppo di anarchici aveva organizzato lunedì mattina un presidio davanti a palazzo di giustizia di Bolzano per chiedere la scarcerazione dei loro compagni. Sono stati anche issati striscioni in tela bianca con alcuni slogan come «Abbattere le frontiere al Brennero e ovunque». Polizia e carabinieri in assetto anti sommossa hanno presidiato il tribunale per scongiurare incursioni nella sala udienze. Per fortuna, questa volta, la manifestazione di solidarietà non è stata violenta e la giornata è trascorsa senza sussulti in attesa della sentenza attesa per il tardo pomeriggio. Il giudice aveva prima proceduto alla convalida dell’arresto in occasione del quale tutti gli inquisiti si sono avvalsi della facoltà di non rispondere.

Lunedì mattina, a Venezia, alla notizia che il ventunenne Stefano Marri, ex portavoce della Rete degli Studenti Medi e rappresentante d’istituto dei Licei Benedetto Tommaseo, era tra gli arrestati del Brennero, chi lo conosceva è rimasto stupito. Per anni il giovane è stato impegnato politicamente nella difesa dei diritti seguendo le regole, ma quando ha visto come l’Europa affrontava l’arrivo dei profughi qualcosa è cambiato. «Dopo la maturità non l’ho più visto», racconta il preside della scuola Roberto Sintini, «ma me lo ricordo come un ragazzo propositivo ed estremamente corretto che credeva negli ideali. Costruiva con passione occasioni di partecipazione».

La Rete degli studenti medi ha preso le distanze, rimarcando che Marri era uscito anni fa dal gruppo, caratterizzato da una lotta non violenta. Iscritto al secondo anno di Psicologia a Padova, Marri si pagava gli studi lavorando al Paradiso Perduto.

Mario Bertoldi

Vera Mantengoli

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