Guerra sulla catena d’oro: Cartier vince il ricorso
VENEZIA. Il collier della discordia. Fino a un certo punto. Il Tribunale di Venezia (Sezione specializzata in materia di impresa) ha infatti dato ragione a Cartier nella causa intentata al marchio francese da Fope Gioielli, di Vicenza, per la “paternità” di un certo tipo di catena.
Il contenzioso risale a qualche anno fa quando la gioielleria vicentina, che conta quasi novant’anni di storia, addebita a Cartier la contraffazione di una catena - usata per un collier con una testa di pantera - identica alla maglia composta da elementi ellittici diventata nota sul mercato come “maglia Fope”.
La gioielleria vicentina, in particolare, lamentava pericolo di confusione, perdita di quote di mercato e lesione della propria immagine commerciale e aveva chiesto di inibire in tutti Paesi dell’Unione Europea, o almeno in Italia, la produzione, pubblicizzazione e vendita del collier con la testa di pantera nonchè del collier e del bracciale della linea Amulette de Cartier.
La questione è finita così davanti al Tribunale di Venezia dove i due marchi, da un lato Cartier, rappresentata e difesa dagli avvocati Pier Luigi Roncaglia, Francesco Rossi e Giorgia Pea, e dall’altro la Fope srl, assistita dagli avvocati Nicola Alberti, Francesco Fontana e Arturo Mazza, si sono confrontati a suon di elementi ellittici, simili a piccoli chicchi di riso.
Per la Sezione specializzata in materia di impresa, presieduta da Anna Maria Marra, non è ravvisabile nessuna violazione «poichè gli elementi di differenziazione descritti, specie per un pubblico attento e dotato di una certa esperienza qual è il pubblico a cui si rivolgono sia Fope sia Cartier, sono sufficienti ad escludere il rischio di confusione, tanto più che i gioielli constano, oltre che della maglia contestata, anche di componenti ornamentali, ed in particolare della testa della pantera, caratteristica di Cartier». Nessun pericolo di confusione, dunque, nè danno all’immagine. Rigettato il reclamo, la Fope è stata condannata a pagare le spese processuali.
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia