Guerra offende Napolitano denunciato per vilipendio
MESTRE. Sono sempre meno, ma sono più agguerriti. Poco più di venti manifestanti del “comitato 9 dicembre” - ribattezzato dei forconi - ieri verso le 15 si sono trasferiti dal presidio di via Righi, di fronte all’ingresso della Fincantieri, alla sede del Monte dei Paschi di Siena (Mps) di Corso del Popolo, presa a simbolo di quel sistema bancario che, hanno spiegato, prende in soldi dalla Banca centrale europea ma non li distribuisce ai piccoli imprenditori, costretti al suicidio.
Proprio intervenendo sul tema dei suicidi, il leader mestrino della protesta, Stefano Guerra, ha violentemente attaccato il presidente Giorgio Napolitano - «ha sulla coscienza gli imprenditori suicidi» - non solo invitandolo a sciogliere le Camere ma anche insultandolo al megafono davanti ai poliziotti responsabili dell’ordine pubblico, e rimediando così una sicura denuncia per vilipendio al capo dello Stato. «Mi denuncino pure» spiegava Guerra ieri davanti alla banca.
L’intenzione dei militanti era quella di entrare nella filiale dell’ Mps ma le porte erano state chiuse, proprio per evitare l’arrembaggio dei forconi, che hanno così improvvisato un comizio, tra bandiere italiane, l’inno e striscioni esposti alle auto di passaggio del tipo “Mps dove sono i nostri soldi” o “vogliamo la verità sul debito pubblico”. «Direttore venga fuori», dice al megafono Giovanni Niero, di Favaro, «siamo persone civili, non vogliamo spaccare tutto, vogliamo solo che ci dica dove sono finiti i nostri soldi».
«Siamo qui per risvegliare le vostre coscienze, è il momento di entrare in azione, in modo pacifico, ma di lottare per quello in cui crediamo, contro questa classe politica» ha ricordato David Contini, informatico di 34 anni. Ieri pomeriggio era attesa in città anche Patrizia Badii, leader del Life (Liberi imprenditori federalisti) che lunedì sera era ospite a “Piazza pulita” su La7 e che però si è fermata al presidio di Cittadella, uno dei più numerosi del Veneto, e non ha quindi raggiunto Mestre. La rottura a livello nazionale del movimento sembra avere le prime ripercussioni anche in città, dove il numero dei partecipanti ai blocchi stradali, attivi ormai da una settimana, sta diminuendo.
Oggi i manifestanti veneziani non parteciperanno alla manifestazione di Roma, confermata solo dal fronte laziale del movimento dopo che i leader di Veneto e Sicilia si sono opposti, temendo infiltrazioni di estremisti di destra. A Roma i manifestanti veneziani ci andranno però lo stesso, non oggi ma domenica, per assistere all’Angelus in piazza San Pietro di Papa Francesco. E il presidio? «Avanti ad oltranza», assicura Guerra.
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