“Guerra” dell’hamburger gratis petizione contro il Comune

Firma una trentina di commercianti. «L’iniziativa toglie lavoro a chi deve pagare i dipendenti» L’Hard Rock Cafe: «Non abbiamo rubato clienti: usate solo due delle quattro ore di concessione»
Di Vera Mantengoli

Si sono accalappiati possibili clienti e per giunta offrendo loro cibo gratis. È questa l’accusa di molti ristoratori contro l’evento promozionale di distribuzione gratuita di hamburger organizzato dall’Hard Rock Cafe, con patrocinio di Venice to Expo e autorizzazione di Ca’ Farsetti.

Da lunedì scorso, infatti, per cinque giorni, la catena americana diffusa in tutto il mondo ha lanciato un’iniziativa che ha scatenato l’ira di una trentina abbondante di commercianti, tanto che è partita una raccolta firme contro il Comune. Ogni giorno, in cinque punti diversi scelti vicino alle sedi universitarie, una barchetta con la scritta “Rock your tastebuds” (“scuoti le tue papille gustative”), ha distribuito gratuitamente un pacchetto take-away con un hamburger all’interno, preparato con prodotti locali. Un’iniziativa che ha ottenuto successo se è vero che spesso si sono formate lunghe code di clienti davanti alla barchetta, in attesa della “porzione” gratuita.

«Hanno nascosto», si legge nella lettera contro la delibera comunale e il patrocinio di Venice to Expo, «un’attività di marketing che mette in evidenza solo il marchio Hard Rock Cafe, nascosto dal tema sul cibo dell’Esposizione Universale. L’offrire pasti gratis ha tolto il lavoro a chi lavora sodo e deve pagare dipendenti. La pubblica amministrazione dovrebbe appoggiare e dare visibilità alle attività locali che portano avanti la tradizione veneziana, veneta e italiana. Ognuno di noi avrebbe appoggiato un’iniziativa comune di esposizione e assaggio di prodotti e cibi tipici, ma siccome da domani non ci sarà più l’attuale amministrazione si gioca facile».

Immediata la replica di Vela che sostiene che ogni proposta sarebbe stata accolta, ma che nessuno si è fatto avanti: «Iniziative di questo tipo», ha detto il dirigente Fabrizio D’Oria, «le facciamo in continuazione e siamo sempre stati aperti a tutti i progetti, in questo caso perché il prodotto è fatto tutto a chilometro zero. Da anni si parla di Expo e le associazioni di categoria erano avvisate».

Il pacchetto conteneva un quarto di hamburger fatto con prodotti locali, una porzione di torta fatta in casa e una lattina. Troppo per chi ogni giorno cerca di arrivare a fine mese in un momento di crisi: «Abbiamo stipendi da pagare ai nostri dipendenti», si legge nella lettera, «e siamo bersagliati dalle tasse comunali».

Per Hard Rock Cafe si è usata accortezza: «La concessione era dalle 11 alle 15», ha spiegato Enrico Ladisa, marketing manager di Hard Rock, «ma invece siamo stati in ogni posto al massimo due ore. Poi, ogni volta ci siamo presentati ai locali limitrofi, dicendo cosa avremmo fatto e portando un campione di quello che offrivamo. Qualcuno si è lamentato, ma poi hanno visto che andavamo via sulle 13.30, senza togliere nulla a nessuno. Inoltre, io stesso ho monitorato che non togliessimo la clientela con l’iniziativa che si è conclusa con 100 porzioni alla mensa Bethania. Quanto alle porzioni, erano così piccole che al massimo abbiamo fatto venire appetito».

I commercianti però hanno fatto richiesta agli atti per vedere come, quando e perché è stata firmata la delibera che secondo loro ha penalizzato la loro attività.

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