“Guerra dei canili”, il Tar dà ragione al Comune
“Guerra dei canili”, il Tar dà ragione al Comune di San Donà sull’affidamento del servizio di custodia dei cani. La prima sezione del Tribunale amministrativo ha respinto l’istanza presentata da “L’Arca Creature Grandi e Piccole”. L’associazione, che segue il “Rifugio L’Arca” di Musile, precedente gestore del servizio per conto di San Donà, aveva chiesto la sospensiva del provvedimento con cui il Comune sandonatese ha deciso di aderire a una convenzione con Ponzano per gestire in forma associata il servizio di canile municipale, nella sede del “Rifugio del Cane” dell’Enpa.
La decisione aveva infiammato gli animi: prima con un blitz di “Centopercentoanimalisti” contrari al trasferimento dei cani, poi con una lettera firmata da 530 cittadini a sostegno della giunta Cereser. Adesso il Tar ha espresso un primo giudizio a favore del Comune di San Donà. L’udienza per entrare nel merito è stata fissata al 5 aprile. Ma le motivazioni con cui il Tar ha respinto l’istanza sospensiva propendono verso il Comune. «Il ricorso, sia pure a un sommario esame proprio della fase cautelare, non appare sostenuto da idoneo fumus non risultando censurabile la scelta discrezionale del Comune di San Donà», si legge nell’ordinanza, in cui si sottolinea che il contratto con il precedente gestore era giunto ormai a scadenza.
«È un risultato che fa piacere e che mi aspettavo, in quanto ero certo che i dirigenti e gli uffici comunali avessero gestito le pratiche in maniera ineccepibile», ha commentato l’assessore Luca Marusso, «ora si procederà quanto prima al trasferimento dei cani verso la loro nuova casa, auspicando che in molti possano essere adottati».
«Quello che ho messo in discussione è il fatto che non mi è stato consentito di partecipare a una gara per l’affidamento del servizio. Ho chiesto la sospensiva perché ci fosse il tempo di fare una gara, come previsto dalla normativa, e poter fare una mia offerta», ha replicato Susanna Padovani de L’Arca, «mi sono battuta a mie spese. Quello che ha perso è il territorio».
Giovanni Monforte
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