Guasto al carrello, paura sul piper
Un velivolo dell’Aeroclub di Treviso, con a bordo il vice-presidente Mauro Zanotti, trevigiano di origine, residente a Mestre, è atterrato al Canova, nel primo pomeriggio di ieri, sulla pancia della fusoliera, a causa di un guasto al carrello.
«Quando mi sono accorto del guasto era troppo tardi. Dovevo scegliere se atterrare comunque o ripartire con tutti i rischi che una scelta del genere poteva implicare. Ho scelto la prima opzione e mi è andata bene», ha raccontato poi Zanotti, direttore di hotel in pensione. Lo scalo di Quinto è stato chiuso per un’ora, tra le 14.32 e le 15.25, ed i voli dirottati a Venezia per permettere ai vigili del fuoco di liberare la pista dai piccoli detriti lasciati dal Piper PA28 in fase di atterraggio ma soprattutto per spostare il velivolo che ora è sotto sequestro per permettere ai tecnici dell’Ansv di svolgere l’inchiesta. Non c’è, dunque, pace per l’Aeroclub di Treviso, a due mesi di distanza dalla tragedia aerea di Skopije che ha spezzato la vita a sei persone, cinque delle quali trevigiane. Zanotti, pilota da 34 anni, si era messo ai comandi del Piper PA28 dell’Aeroclub, poco dopo le 13, per effettuare un volo di mantenimento del brevetto. Tutto sembrava funzionare per il meglio, tanto che il pilota aveva effettuato due “tocca e va” (atterraggio e ripartenza) con successo. Ma è al terzo “tocca e va” che qualcosa non funziona. Il carrello non è uscito e le ruote sono rimaste all’interno della fusoliera, nonostante la spia si fosse accesa regolarmente e non avesse segnalato nulla di anomalo. Zanotti, pilota esperto, s’è accorto del guasto quando ormai la fusoliera era a pochi centimetri da terra.
«In quei momenti non hai tanto tempo per pensare. La spia del carrello non aveva segnalato anomalie e si era regolarmente accesa come negli altri due precedenti atterraggi durante il volo di mantenimento del brevetto. Quando mi sono accorto che le ali scendevano più del dovuto ormai ero a pochi centimetri da terra. Ho avuto il sangue freddo per decidere di atterrare anche perché ridecollare sarebbe stato troppo rischioso e non so se avrei avuto sufficiente potenza. Ho avvisato la torre di controllo del guasto e, quando l’aereo s’è fermato, ho abbandonato rapidamente il velivolo». Il pilota del Piper PA28, in 34 anni di volo, non aveva mai avuto problemi prima d’ora.
«Avevo presentato regolarmente il piano di volo prima di mettermi ai comandi del velivolo. Ho fatto alcuni giri sopra Treviso e fino ai Colli Euganei per poi, com’era previsto per il volo di mantenimento, effettuare qualche “tocca e va” ossia atterraggi e ripartenze. Ne avevo fatti due e tutto era filato via liscio. Al terzo c’è stato questo inconveniente. In quei momenti non ho avuto il tempo per pensare. Chiaramente, ora, a mente fredda capisco che mi è andata bene. Se tornerò ai comandi di un velivolo? Sicuramente. Anche se mia moglie non sarà d’accordo».
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