«Guardate sempre al bicchiere mezzo pieno»
Alex Zanardi sprona i neo laureati: «Dietro ogni difficoltà c’è sempre un’opportunità»
VENEZIA . Come da tradizione, Ca’ Foscari ha celebrato nella serata di ieri i neolaureati. Dopo la consegna dei diplomi e la proclamazione in piazza San Marco, per i 917 dottori e dottoresse nei corsi di laurea triennale la cerimonia si è conclusa con il consueto lancio dei tocchi, in perfetto stile americano. Ad aprire la cerimonia, il rettore Michele Bugliesi: «Oggi è una giornata di festa ma anche di bilanci, si è conclusa una fase importante della vostra vita. In questi tre anni siete cresciuti e avete acquisito consapevolezza e senso critico. Questo è il primo obiettivo dell’istruzione: dare fondatezza e peso alle opinioni» ha affermato il rettore dal palco.
L’ospite d’eccezione di questa edizione è stato Alex Zanardi, accolto con una vera e propria ovazione. «Che emozione, quasi mi tremano le gambe» ha scherzato il pilota, medaglia d’oro alle paralimpiadi di Londra e Rio, osservando la suggestiva cornice di piazza san Marco affollatissima. «Vi invidio un po’, lo confesso: ho avuto nella mia vita tante prime volte, tante esperienze diverse una dall’altra, ma voi siete all’inizio di una nuova avventura» ha detto Zanardi, rivolto ai quasi mille laureati seduti nelle prime file sotto il palco. «Il punto di partenza è sempre il più bello. Tagliare un traguardo può appagare il tuo ego, dare soddisfazione, ma poi svanisce e subentra la nostalgia. Seguire un percorso con ambizione e passione, quello rende davvero felici». Il campione bolognese, poi, ha ripercorso la sua esperienza di vita, spiegando come da ogni difficoltà si possa trarre un’opportunità: «Sono convinto che in tutto quello che accade ci sia il bene e il male, bisogna essere curiosi per vedere il bicchiere sempre pieno».
Nel suo racconto, non può mancare un accenno al terribile incidente del 2001 che lo ha privato delle gambe: «Per otto giorni ho visto nient’altro che buio, certo è stato un momento difficile. Ho avuto la fortuna e l’opportunità di raccontarlo», ha spiegato Zanardi, prima di lasciarsi andare a una battuta. «Ora mi sento mezzo tedesco, con tutte le trasfusioni che mi hanno fatto in Germania». Il suo intervento si è concluso con l’invito ai ragazzi e le ragazze presenti ad avere la forza di insistere nell’inseguire le proprie passioni. E, forse, con una rivelazione che suona come una nuova sfida: «Magari mi vedrete a Tokyo, ci spero», alludendo alle Olimpiadi del 2020.
Eugenio Pendolini
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