Gruppo Tre Archi Festa per i 40 anni di storia della voga
Soci fondatori e nuove leve riuniti in patronato a San Giobbe Ricordi e progetti. Giusto: «Un mondo da valorizzare»
«Rosso come l’amore per Venezia. Verde come la speranza». I colori sociali del Gruppo Tre Archi addobbavano ieri il patronato di San Giobbe per la grande festa dei 40 anni di fondazione. Un pezzo di storia recente della città, per una remiera che ha diffuso la passione per la voga e per le tradizioni veneziane. Occhi lucidi e tanti ricordi nelle facce dei soci fondatori e degli ex presidenti, in testa il primo presidente, Gianni Tonini. Umberto Sichero, anch’egli tra i pionieri della voga a Venezia, ricorda tra gli applausi i tempi eroici di fine anni Settanta. Quindici amici che dopo aver fatto le prime Vogalonghe decidono di fondare una società. E il 1 novembre 1977 la storica «occupazione» dell’ex Macello di San Giobbe. Il sindaco Mario Rigo e l’amministrazione sapevano e tolleravano. Fu una vera rivoluzione. Tre Archi e Settemari si fecero traino di un mondo che nasceva sulla scia della passione e della lotta al moto ondoso.
Messaggio quanto mai attuale, anche se i veneziani e gli iscritti sono sempre meno. Sul palco sfilano la presidente di oggi Maria Maccanin, i soci benemeriti Sergio Da Preda, Gilberto Gritti. Il parroco don Vincenzo dà la benedizione, le «donne» del Gruppo cucinano e organizzano la festa.
Una realtà non soltanto sportiva, quella dei Tre Archi. Sul video scorrono le immagini raccolte da soci nei quarant’anni di attività. Le ammiraglie della flotta, con la
balotina
e il
mussin
costruito da Nino Giuponi, il primo sandolo opera di Giorgio Proto, le gondole, le mascarete. Il gemellaggio con la Voga veneta Mestre, le foto di papa Benedetto in visita al capitello di San Secondo.
«Un mondo che resiste. E che deve essere valorizzato, con i fatti e non solo con le parole», promette il delegato alle Tradizioni e alla Voga Giovanni Giusto. Generazioni che si danno il cambio al timone della prestigiosa società. Scorrono i filmati dei tempi eroici. Del trasloco della Tre Archi, insieme alle altre 11 società remiere, nella nuova sede costruita ai capannoni dell’ex Ciga dopo che l’ex Macello era stato affidato all’Università di Ca’ Foscari.
Per ricordare i primi 40 anni di vita del sodalizio, i soci hanno stampato un volume fotografico, curato Sichero. La storia, ma anche un messaggio per il futuro. Gli aneddoti della laguna, le vicende che portarono al restauro del Capitello dedicato alla Madonna sulla
bricola
del canale di San Secondo. Distrutto dalla mareggiata, recuperato dai soci falegnami.
Il Sangiobbino dell’anno, premio ideato dal gruppo Tre Archi, andato anche ad artisti e campioni dello sport, atleti e soci illustri: Umberto Da Preda, Armando Pellarin, Roberto Zambenedetti, Mario Molin e Lalo Bonini, Francesco Olivi e Gloria Rogliani, Aldo Vianello e Gianfranco Cristante. Le poesie di Plinio Scarabellin, pugile campione d’Italia e vogatore di qualità.
Voga, dai, che semo rivai...
le regate sociali e i raid remieri sul lago di Garda.
Un pezzo di storia veneziana fatta da gente che non si arrende. «Voghemo, voghemo», cantano, «
che la nostra storia xe comincià col remo
».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia
Video