Grom, chiusura al veleno: «Mestre è una piazza difficile. C’è crisi generalizzata»
Il noto marchio a fine mese abbandona via Palazzo e la città. «A Venezia andiamo bene, qui nessuno sviluppo»

«La situazione del commercio a Mestre è particolarmente problematica». A dirlo non sono i soliti noti, ma la catena di gelaterie Grom, che affida a una nota scritta la decisione di lasciare il cuore del centro e chiudere lo storico punto vendita via Palazzo.
La gelateria abbasserà le saracinesche il 25 novembre, la prossima sarà l’ultima settimana di apertura, e c’è già chi spera in una “svendita” di palline. E’ pesante il giudizio della multinazionale sul tessuto commerciale mestrino: «Nel corso degli ultimi anni si sono registrate molte chiusure a Mestre: da Stefanel a Uniko, da Nima1708 a Falconeri a Cat Studio».
Da qui la sentenza: «Si tratta con tutta evidenza di una crisi generalizzata». Insomma, se Grom se ne va, è perché il centro non fa registrare gli stessi numeri della città storica o della Nave De Vero. «Nell’area di Venezia-Mestre Grom ha attualmente 5 negozi» precisa la nota ufficiale, «I 4 di Venezia godono di perfetta salute e anzi sviluppano anno dopo anno. Considerando perciò la situazione generale, con animo non certamente leggero, abbiamo deciso di chiudere la gelateria di Mestre che non garantisce uno sviluppo nel medio periodo». Come tanti altri marchi in questi anni, non da ultimo Pool&Beer, Grom ha deciso di puntare sui templi dello shopping di ultima generazione e sul turismo di Venezia.
Fondata da Federico Grom e Guido Martinetti, l’azienda Grom è stata ceduta nel 2015 al colosso del food Unilever, che ne sta delineando una nuova strategia anche allineando la catena distributiva.
L’azienda ha infine precisato che per i dipendenti saranno portati avanti percorsi ad hoc. La notizia ha scatenato il mondo del web. C’è chi fa presente che coni e coppette sono troppo cari, chi puntualizza che si tratta di un prodotto pseudo artigianale, chi celebra le gelaterie che a Mestre stanno andando forte, come Doria di Galleria Barcella o il nuovo Chocolat. «Sicuramente la scelta di Grom è dettata da motivi e valutazioni aziendali» commenta il vicedirettore di Confesercenti, Michele Lacchin, «certo è che questo è un segnale forte per quello che significa: abbiamo visto più volte come marchi simili preferiscono andare nei centri commerciali, chi si nutre dell’immagine non se la sente di investire all’interno della città così com’è, per un complesso di motivi che riguardano la conformazione urbanistica e tutto l’insieme. Un certo tipo di brand da Mestre emigra alla Nave de Vero. Cosa significa? Ci sono peccati originali che vengono da lontano sia pubblici che privati e la lotta per recuperare questo gap di immagine è dura, Grom non è solo per i residenti, per vivere ha bisogno di un bacino di utenza di un certo tipo. Se questa attrazione manca, i negozi che senza immagine non vivono se ne vanno dove possono fare massa critica. Grom dovrebbe darci una scossa, suscitare un’inversione di marcia, se non mettiamo davvero Mestre al centro della Città metropolitana le cose non cambieranno».
«Infine: «In qualsiasi altra realtà un progetto come M9 avrebbe accolto questi grossi marchi, ma non è così: Grom se aveva bisogno di una localizzazione più centrale aveva una piazza ideale nell’M9, invece se ne va e questo la dice lunga».
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia
Leggi anche
Video