Grido d'allarme sezione veneziana: «Sos sangue, servono donazioni»

VENEZIA. «I donatori di sangue svolgono un compito fondamentale. Adesso, però, serve qualcosa in più: le donazioni stanno diminuendo». Sandro Cicogna, presidente Avis comunale Venezia, lancia l’allarme.
Dati alla mano, il numero di sacche di sangue raccolte al 30 aprile faceva ben sperare l’associazione. Rispetto allo stesso periodo del 2017, infatti, si era registrato un più 62 sulle donazioni. A distanza di un mese, il crollo: meno 23 donazioni al 31 maggio rispetto allo stesso mese dell’anno precedente.
Se si toglie il surplus di aprile e ci si aggiunge il buco di maggio, significa che, nei primi cinque mesi del 2018, ci sono 85 donazioni in meno. A fine 2017, con 2519 donatori, sono state raccolte 4769 sacche di sangue (3281 di sangue intero, 926 emoderivati plasmaferesi e 22 piastrine).
«L’attuale trend negativo ci preoccupa», ammettono Cicogna e Roberto Belli, consigliere Avis ed ex presidente dell’Avis comunale. Le spiegazioni, secondo loro, sono varie. Gli orari di lavoro, sempre più pressanti, di certo non aiutano. Per questo, dicono, «occorrerebbe sensibilizzare anche i datori, perché spesso non viene concesso il permesso per andare a donare il sangue». L’Avis, con numerose iniziative durante l’anno, punta a coinvolgere sempre più anche le nuove generazioni. L’eccessiva burocrazia è un altro fattore da considerare.
«Da ottobre» spiegano Cicogna e Belli «il donatore dovrà presentarsi con un documento d’identità e la tessera sanitaria. Non basta più il tesserino Avis. Sembra un ulteriore ostacolo». Indispensabile, poi, far capire l’importanza della donazione. Per il presidente dell’Avis di Venezia, si tratta di un momento importante per la comunità. «Chi dona» continua Cicogna «fornisce un contributo triplo: si migliorano le condizioni degli ammalati, si ridà serenità alle famiglie e si garantisce una vita sana all’intera collettività». (e.p.)
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia