«Grenfell, una trappola per topi»

Aperta a Londra un’indagine anche sull’ordine di “stare dentro” mentre l’incendio stava divampando

LONDRA. Una trappola per topi. Solo che quei topi erano esseri umani. Il rogo della Grenfell Tower, tragico, ma anche criminale agli occhi di molti, continua a stillare sospetti e vergogne impensabili a ormai un anno dalla fatale notte del 14 giugno 2017 in cui quel grattacielo popolare di 24 piani si trasformò in un inferno di cristallo nel cuore di Londra, bruciando con sé la vita di oltre 70 persone. Adesso nel mirino finiscono anche i comandi dei vigili del fuoco, elogiati senza riserve dai media allora, ma messi sotto indagine 12 mesi più tardi dalla polizia per la scelta, probabilmente fatale per alcune delle vittime, di attenersi al protocollo anti-incendio dello “stay put”.

Ossia d’indicare agli inquilini di restare barricati negli appartamenti, salvo dare l’ordine di evacuazione generale due ore dopo i primi allarmi: tardi, troppo tardi per chi, come i giovani architetti di Camposampiero e San Stino Gloria Trevisan e Marco Gottardi, abitava in alto. L’annuncio di Scotland Yard è arrivato ieri, con l’apertura di un nuovo fascicolo investigativo specifico. «Un’evacuazione tempestiva dell’edificio, entro mezz’ora, sarebbe stata necessaria e molto più appropriata», ha spiegato lunedì alla commissione l’esperta Barbara Lane, pur ammettendo che «non era una decisione facile da prendere». Di certo c’è che l’ordine del “fuori tutti” sarebbe stato comunque problematico, con controindicazioni non misurabili. Ma anche che, col senno di poi, qualcuno di coloro che alla fine si trovò disperatamente chiusa ogni via di fuga, tra le fiamme che salivano e i miasmi che toglievano il respiro facendo venir meno le forze, avrebbe avuto almeno la chance di provare a cavarsela. Stephen Walsh, avvocato della London Fire Brigade, nota per altro verso come puntare il dito contro quella singola decisione rischi di essere il frutto di «un grande equivoco». Se non altro perché l’evacuazione dell’intera torre appariva incompatibile con la falle d’una struttura non dotata d’un piano ad hoc, né di un sistema di allarme anti-incendio funzionante. E neppure di un numero di uscite di sicurezza sufficiente. La verità, forse, è che quel palazzone per affittuari dalle disponibilità economiche limitate era stata fatta diventare una trappola a prescindere.

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