«Green Power resterà a Mirano»
MIRANO. «Il gruppo Green Power non lascerà Mirano: gli esuberi rispondono solo a una logica di riorganizzazione aziendale». Ad affermarlo è la stessa società che opera nelle energie rinnovabili, con sede a Zianigo, dove nelle ultime settimane si sono susseguiti scioperi e manifestazioni dei 71 dipendenti, di cui 36 raggiunti da lettere di licenziamento.
Ieri il gruppo guidato dai fratelli Christian e David Barzazi ha affidato a una nota la propria posizione: «Il Consiglio di amministrazione della società», affermano i vertici, «ha approvato esclusivamente un progetto di riorganizzazione della struttura aziendale finalizzato all’aumento della propria competitività, in ottica di ulteriore crescita e consolidamento della posizione di leadership nel settore». Dunque nessuna intenzione di delocalizzare, a detta dei vertici di Green Power, ipotesi questa che era stata avanzata dai sindacati e dalle Rsu dopo la comunicazione dei 36 esuberi e l’imminente sfratto degli uffici di via Accopè Fratte, preludio, secondo le parti sociali, a un disimpegno della società a Mirano. Secondo la Fiom-Cgil un possibile obiettivo era la fusione per incorporazione con la Innovatec di Milano, che a ottobre ha acquisito il 51% delle quote di Green Power. Ieri la smentita: «Ogni notizia sul trasferimento della sede a Milano o addirittura della cessazione dell’attività è infondata», precisa la società, «Green Power ha sempre e solo lavorato per l’aumento di valore per i suoi azionisti e lo ha dimostrato continuando a operare ai massimi livelli, pur davanti a una crisi generalizzata di settore. La riorganizzazione della struttura, finalizzata a ottimizzare i costi fissi, ha lo scopo di permettere alla società di affrontare con più sicurezza e maggiore stabilità le oscillazioni del mercato. Siamo dispiaciuti per la necessità di ridurre i posti di lavoro che questa riorganizzazione comporta, ma faremo il possibile per trovare soluzioni che rendano questo processo il più condiviso e veloce possibile». Rassicurazioni che non bastano alla Fiom per escludere l’ipotesi di una chiusura di Green Power a Mirano: per questo il sindacato punta a mantenere unito il fronte dei lavoratori, tornando a ribadire la richiesta di contratti di solidarietà e incentivi all’esodo.
Già proclamate 24 ore di sciopero fino a Natale: le prime otto, venerdì scorso davanti a Villa Scabello, sede della società, saranno replicate nei prossimi giorni fino alla convocazione di un tavolo sugli ammortizzatori sociali. (f.d.g.)
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