Green Power, oggi altre due ore di sciopero
MIRANO. La protesta dei lavoratori della Green Power si prende la piazza. Questa mattina previste due ore di sciopero, con manifestazione, dalle 8 alle 10, proprio davanti al municipio in piazza Martiri, per ribadire il no ai 36 licenziamenti prospettati dalla proprietà. Dopo il sit-in è previsto l’incontro all’interno del palazzo municipale tra le maestranze e il sindaco Maria Rosa Pavanello. Sulla vertenza in atto i sindacati non retrocedono di un millimetro: chiedono un piano di rilancio industriale a fronte del calo di vendite degli impianti fotovoltaici, posto dall’azienda a motivo degli esuberi.
«Insieme al piano», precisa Giuseppe Minto, della Fiom-Cgil, «chiediamo che si apra una discussione in merito all’utilizzo degli ammortizzatori sociali: uscite volontarie incentivate, cassa integrazione, contratti di solidarietà, a tutela dei posti di lavoro».
Per ora le posizioni restano distanti: nell’ultimo incontro a Confindustria la Fiom ha ribadito che non firmerà alcun licenziamento, chiedendo il ritiro della procedura e annunciando, diversamente, un’ondata di scioperi, dopo quello di due settimane fa di fronte ai cancelli della sede in via Varotara a Zianigo. Il vicepresidente del gruppo Cristian Barzazi ha ribadito tuttavia le difficoltà del gruppo, in un settore, quello delle energie rinnovabili, in continuo mutamento. L’azienda ha spiegato che già dallo scorso anno si è affermata la vendita di sistemi ibridi di riscaldamento e produzione di acqua calda sanitaria e nel corso del 2015 degli accumulatori energetici di nuova generazione. Dal 2013 inoltre si è confermato un decremento delle vendite degli impianti fotovoltaici di oltre il 50%. L’azienda ha inoltre spiegato che la crescita, in questi anni, ha interessato solo una parte dell’attività, determinando uno squilibrio tra l’ufficio tecnico, divenuto in gran parte inutilizzato e quello commerciale e amministrativo. E proprio i tecnici, che lavorano soprattutto nella sede staccata di via Accopè Fratte, vicino alla Piarotto, sono a rischio, con un taglio di 18 impiegati su 24.
Insieme agli altri destinatari delle lettere di licenziamento si tratta per la maggior parte di giovani neolaureati. Per sindacati e Rsu: «I bilanci in attivo non giustificano una decisione così drastica: vogliono solo effettuare una manovra speculativa per scaricare sui lavoratori il costo delle ultime compravendite azionarie». La Regione intanto ha già convocato un tavolo, prima però, il 2 dicembre, nuovo faccia a faccia in Confindustria.
Filippo De Gaspari
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