Green Power, fumogeni e solidarietà contro i licenziamenti

ZIANIGO. Clacson e fischietti, botti e fumogeni, panini e prosecco. Il paese solidarizza con i lavoratori Green Power, in strada alcune ore venerdì mattina per protestare contro i licenziamenti annunciati dalla proprietà e la chiusura ai contratti di solidarietà. È una protesta festante quella dei ragazzi della Green Power, per lo più giovani. Esplodono petardi e accendono candele fumogene colorate: per loro è già la fine dell’anno, forse anche della prima esperienza lavorativa. Fischiano all’indirizzo della sede, rimasta vuota, tranne una manciata di quadri dirigenziali.
I dipendenti, cuore e motore dell’azienda leader nell’energia sostenibile, sono tutti fuori al freddo, con un’adesione pressoché totale allo sciopero dopo che i sindacati hanno ventilato l’ipotesi che i 36 esuberi siano solo il prologo al trasferimento di tutta l’attività a Milano. Qui ha sede Innovatec, che controlla la holding a cui il Gruppo Green Power ha ceduto il 51% del capitale sociale e dunque a rischio si sentono tutti e 71 i dipendenti del gruppo.
La protesta cresce, nei toni e nelle ore di astensione dal lavoro: ieri esaurite con un presidio le prime otto delle 24 ore di sciopero proclamate dalla Fiom-Cgil dopo la fumata nera di mercoledì a Confindustria. E fuori dai cancelli di Villa Scabello, la rabbia dei lavoratori trova la solidarietà dei residenti. In strada i giovani impiegati ricordano una classe di studenti in corteo, ma qui, a dispetto dell’età, ragazze e ragazzi sono lavoratori con un mutuo o un affitto da pagare, una carriera ben avviata e forse già al capolinea, un sogno nel cassetto che rischia di rimanere al chiuso.
Fanno volantinaggio in strada, fermano le auto in via Varotara, ma non raccolgono neanche un insulto: «Buongiorno, scusi il disturbo, siamo tutti a casa», dicono con cortesia agli automobilisti lasciando un volantino. «Tenete duro», risponde chi è al volante, poi da fiato al clacson. Si avvicinano incuriositi anche i residenti: a Zianigo è giorno di mercato e c’è un certo viavai. «Loro sempre più ricchi, voi sempre più disgraziati: fate bene», commenta un’anziana. Il forno del paese e il banco alimentare del mercato preparano panini per i manifestanti.
«Andremo avanti», affermano determinati i ragazzi di Green Power, «l’azienda è cresciuta grazie al nostro lavoro, troppo comodo scaricarci adesso». Si dicono pronti a proteste sempre più dure, anche a rimanere in ufficio a Natale se fosse il caso. «Natale senza panettone e cassa integrazione», scrivono sugli striscioni attaccati ai pannelli fotovoltaici e giurano che la mobilitazione è solo all’inizio.
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