«Grazie, ci siamo tolti un peso»

Il figlio e la moglie di Bari: «Giustizia». I complimenti del questore
La casa in via dei Pini dove abitava Valerio Bari, ucciso il 30 giugno
La casa in via dei Pini dove abitava Valerio Bari, ucciso il 30 giugno
MESTRE. «Ci siamo tolti un peso dal cuore. Vi ringraziamo tutti», sono le prime parole di Michele Bari, il figlio di Valerio, quando ieri mattina poco dopo le 7 il capo della Squadra Mobile Marco Odorisio gli comunica che sono stati arrestati gli assassini del padre. La madre Rita Pavan ieri non c'è nella casa di via dei Pini. Mentre nei bar frequentati da Bari la gente è incredula.


«Ci siamo tolti un grosso peso, abbiamo sempre creduto nella giustizia. È stato duro l'ultimo mese senza sapere nulla», sono state le parole di Rita Pavan alla notizia dell'arresto dei due presunti assassini. Il figlio Michele ha ringraziato personalmente il capo della Squadra Mobile per quanto fatto in queste settimane dalla polizia. Per la famiglia è stata la fine di un incubo. Ora almeno hanno la certezza che ci sarà giustizia per Valerio, come chiesto in chiesa, il giorno del funerale, dalla nuora del pensionato ucciso, la stessa donna che dall'altare disse: «Non potremmo mai perdonare chi ti ha ucciso, non è possibile perdornare».


«C'e soddisfazione per aver scoperto un efferato omicidio soprattutto perchè la vittima, Valerio Bari, la possiamo considerare un nostro vicino di casa, il pensionato che troviamo al bar, sempre con una buona parola e gentile con tutti», ha detto il questore di Venezia, Fulvio Della Rocca. «È stata una morte senza senso. Avere scoperto i colpevoli in tempi relativamente rapidi, è la dimostrazione dell'efficienza e capacità del pubblico ministero, della procura e della Squadra Mobile che hanno assicurato giustizia alla famiglia, famiglia che non ha mai fatto pressioni ed ha sempre dimostrato di aver fiducia nelle istituzioni. Non ci hanno mai chiamato per chiedere come stavano andando le indagini. Sono stati rispettosi come pochi del nostro lavoro. E per noi è doppia la soddisfazione per aver trovato i colpevoli», sottolinea il questore Della Rocca.


Ieri il bar «da Dario e Giorgio», era chiuso. È il bar dove Valerio la mattina dell'omicidio si doveva recare per una bicchierata in onore di un altro anziano che festeggiava il compleanno. Ma una cinquantina di metri di distanza, lungo via Ca' Rossa, c'è «la Tavernetta» che tutti conoscono come il bar «da Sandro». Era un altro punto fisso per la vittima ma pure per Gaggio. Dice Sandro il titolare: «Quando ho saputo che avevano arrestato Giorgio è stato come riecvevere una pugnalata alla schiena. Una seconda pugnalata dopo quella per la morte di Valerio che per me era come un padre. Giorgio veniva qua, beveva un bicchiere e a volte giocava alle macchinette. Poteva starci che ad ucciderlo fosse stato un balordo per strappargli l'orologio. Ma che sia stato Giorgio è un'altra tragedia».

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