VENEZIA. "Bisogna fare in fretta. Ma bisogna soprattutto fare bene. E
valutare le conseguenze di interventi e scavi che potrebbero compromettere l'equilibrio della laguna. Venezia è vissuta mille anni, dobbiamo fare in modo che resista almeno per altrettanti".
Sala San Leonardo affollata per l'intervento del capogruppo del Pd al Senato
Luigi Zanda. Invitato dal circolo di Cannaregio del Pd veneziano per dire una parola chiara sulle grandi navi e le proposte alternative sul tappeto. In mattinata Zanda ha incontrato parlamentari e dirigenti del partito. Al termine dell'incontro, un comunicato rassicurante improntato all'unità: "Confronto di tutte le ipotesi sul tappeto e decisioni rapide".
Nel pomeriggio, davanti a una platea numerosa e attenta, Zanda ha tracciato la linea. Rispetto per i livelli decisionali. Ma una convinzione: "Lo scavo di un canale, anche di limtate dimensioni, può produrre erosione e degenerazione della laguna". A molti è sembrato un "no" secco all'ipotesi prsentata dal presidente del Porto Paolo Costa e dal sindaco Brugnaro sullo scavo delle Tresse per far giungere le grandi navi in Marittima da Malamocco.
"Dico che non bisogna affrontare la questione in termini ideologici", ha precisato Zanda, "è assurdo mettere di fronte la tutela del lavoro e la difesa della laguna. Abbiamo il dovere di calcolare le conseguenze a medio e a lungo termine degli interventi che facciamo".
La proposta operativa, secondo Zanda, è quella già tracciata dal Senato due anni fa. Cioè di valutare tutti i progetti alternativi sul tappeto. E sottoporli a una valutazione scientifica. "Le soluzioni vanno studiate bene, progettate e valutate".
Meno diplomatico Felice Casson: "Chi non sa la differenza tra barene e velme", ha detto riferito alle uscite di Alessandra Moretti, "farebbe bene a stare zitta". Secondo Claudio Boniciolli, ex presidente del Porto ieri presente a San Leonardo, "unica soluzione è quella di limitare le navi che possono entrare in laguna".