Grandi navi, torna l’ipotesi Marghera

Riunione lampo a Palazzo Chigi presieduta dal sottosegretario Graziano Delrio. Nuovo tavolo tecnico con tutti i progetti
Di Alberto Vitucci

Torna in pista l’ipotesi Marghera. Insieme all’«utilizzo dei canali esistenti per arrivare alla Marittima». Il ministero istituirà un nuovo tavolo tecnico per verificare la fattibilità dei progetti. E la decisione definitiva sarà presa dal governo entro maggio, in un’altra riunione del Comitatone. Canta vittoria il sindaco Giorgio Orsoni, dopo che a palazzo Chigi un Comitatone lampo, durato poco più di mezz’ora e e presieduto dal sottosegretario Graziano Delrio ha rimesso in gioco le sue proposte. Per ora niente Legge Obiettivo e nuovi canali come chiedevano il Porto e la Regione. Ma una valutazione comparata di tutte le proposte. «Una vera svolta», dice il sindaco, «ringrazio il governo per averci ascoltato. Perché qualsiasi decisione non può prescindere dal coinvolgimento della città. Se non vogliamo scavare nuovi canali la soluzione più ovvia è quella di attraccare le grandi navi a Marghera e semmai farle arrivare in Marittima adeguando il già esistente Vittorio Emanuele». Ipotesi che il Porto non vuole. E la Regione nemmeno. «È stata scartata dagli organi tecnici competenti», ha detto ieri il governatore Luca Zaia, «dunque non si può prendere in considerazione». Ma il governo ha stabilito di andare avanti.

Le date. Per l’8 maggio si attende la decisione di merito del Tar sul ricorso presentato da Vtp contro la riduzione dei passaggi delle grandi navi nel canale della Giudecca. Entro il 15 maggio il ministero delle Infrastrutture dovrà convocare il tavolo tecnico con Magistrato alle Acque, Capitaneria, Autorità portuale e la partecipazione del Comune. «Non ci hanno mai consultato», ha denunciato il sindaco in apertura. Un nuovo Comitatone deciderà entro la fine di maggio quale sarà la soluzione migliore.

I nuovi canali. Il presidente del Porto Paolo Costa non l’ha presa benissimo e nel corso della riunione ha discusso in modo molto acceso per confutare le tesi del suo ex assessore Orsoni. «Siamo tornati all’istruttoria, non abbiamo fatto passi avanti», dice, «ma le navi non aspettano: se non decidiamo in fretta, se ne vanno». E l’unica soluzione, insiste Costa, «è il nuovo canale Contorta Sant’Angelo. «Marghera? Impossibile, ci sono normative di sicurezza e ambientali, le navi commerciali e le petroliere se ne vanno anche loro. Molte compagnie me lo hanno già annunciato».

Il Lido. Appena accennata la soluzione alternativa del Lido, che pure contava su quattro progetti depositati. Ne ha parlato il sindaco di Mira Alvise Maniero rilanciando la proposta del nuovo terminal fuori dalla laguna, in bocca di Lido. «Non se ne parla nemmeno», ha replicato il sindaco di Cavallino Claudio Orazio. Cesare De Piccoli ha ribadito che la nuova versione del terminal al Lido è posizionata «interamente nelle acque del Comune di Venezia».

Off shore. In una giornata non proprio produttiva per la questione grandi navi, il Porto ha incassato però un punto importante. «Il governo ha preso atto dei passi compiuti», dice Costa, «e si è impegnato a discuterne nel prossimo comtatone di fine maggio. Una risposta positiva alle esigenze del nostro scalo che dovrà fare i conti anche allo scenario del dopo Mose». La piattaforma al largo dell’Adriatico per le merci, grande opera da un miliardo e mezzo di euro, si è resa necessaria secondo Costa per non penalizzare i traffici commerciali in vista del “dopo Mose”. La conca di navigazione realizzata a Malamocco e proposta proprio dall’amministrazione Costa, dieci anni fa, è già troppo piccola per le navi di ultima generazione.

La sfida. Punto a favore di Orsoni, dunque. Ma la battaglia non è conclusa. «La nostra è una soluzione di buon senso e rispettosa della laguna», dice il sindaco. «Le opinioni sono una cosa, ma chi deve decidere sono gli organi tecnici», replica Costa, «loro ne hanno la responsabilità». Ancora un mese e la decisione arriverà.

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