Grandi navi, terminal a San Leonardo
Forse è l’uovo di Colombo. Fra i tanti progetti alternativi a San Marco per il transito delle grandi navi ce n’è uno che forse costerebbe meno degli altri e avrebbe tempi di realizzazione rapidi e un impatto ambientale quasi nullo sul paesaggio e la laguna. È la soluzione San Leonardo, l’ormai quasi dismesso terminal petrolifero, a cui l’Eni ha dichiarato di non essere più interessata. Per arrivare a San Leonardo non occorre scavare nuovi canali. Il primo tratto del canale dei Petroli è più che sufficiente, così come il bacino di evoluzione adatto per le manovre delle superpetroliere.
La proposta, che è già un progetto di massima, sarà illustrata mercoledì mattina al Cotonificio di Santa Marta, sede dell’Iuav, dall’ex rettore Carlo Magnani, architetto, ora docente di composizione architettonica, e dall’ingegnere Agostino Cappelli, docente di ingegneria dei Trasporti all’Iuav.
Un progetto che sarà messo sul tavolo insieme agli altri già presentati o soltanto suggeriti e non ancora presentati. «Un’operazione doverosa e trasparente quando si fa un’opera pubblica», dice Magnani, «cioè il rapporto tra costi e benefici. Abbiamo deciso di provarci, per dare una soluzione ragionata al problema. Non sponsorizziamo alcun progetto, ma crediamo sia giunto il momento di fare una valutazione scientifica di tutte le soluzioni alternative».
Quelle sul tappeto sono il nuovo scavo del canale Tresse (proposto da Autorità portuale e sostenuto dal Comune) per fare arrivare le grandi navi in Marittima entrando dalla bocca di Malamocco e non più dal Lido; il terminal a San Nicolò, davanti all’isola artificiale del Mose (Venice cruise 2.0) firmato dalla società Duferco e Cesare De Piccoli. Ma anche le nuove banchine nel canale industriale Ovest a Marghera (progetto D’Agostino), il terminal “leggero” al Lido con strutture mobili di Boato-Vittadini-Di Tella. E altre soluzioni rimaste al livello di idea progettuale, come le banchine davanti a Sant’Erasmo di Ferruccio Falconi, il canale retrogiudecca proposto da Vtp e oggi abbandonato. Il nuovo megaporto per grandi navi alle casse di colmata proposto dalle compagnie armatrici.
Adesso spunta l’ipotesi San Leonardo. Sistemando le attuali banchine potrebbe ospitare tre grandi navi: con l’ampliamento e lo scavo fino a cinque.
La vera Stazione Marittima sarebbe impiantata a Fusina, trasportando passeggeri e merci via terra con il bus o via acqua con battelli panoramici.
Se il progetto sarà approvato si pensa anche a una modalità di trasporto del tutto nuova. Come un’ovovia o un trasporto a fune: ecologico, silenzioso e panoramico. Sopra le casse di colmata e le barene di Marghera si potrà ammirare il panorama della città d’acqua vista dalla terraferma.
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