Grandi navi, si aspettano le Tresse

Galletti: «Il nostro dovere l’abbiamo fatto. Adesso vediamo gli altri progetti»

Le grandi navi a San Marco? «Per quanto riguarda il ministero per l’Ambiente», ha detto ieri il ministro Galletti in municipio, a margine della forma del Protocollo d’intesa su Marghera, «sul progetto che è stato presentato abbiamo espletato le procedure in tempi brevi. Quindi è chiara la nostra intenzione di procedere in tempi veloci». La Valutazione di Impatto ambientale (Via) ha avuto esito positivo, con prescrizioni, per il progetto Venice cruise 2.0, presentato dalla società genovese Duferco e Cesare De Piccoli. Prevede di spostare i terminal per le grandi navi in bocca di porto di Lido, davanti all’isola artificiale del Mose. Passeggeri e merci arriverebbero a bordo di trimarani ecologici, dopo aver fato il check in all’attuale Marittima. Progetto che sposta le grandi navi non comopatibili fuori dalla laguna. Il migliore secondo i comitati che si oppongono allo scavo di nuovi canali in laguna. Proposta che è stata presentata all’Ambiente, diversamente da quella che riguarda lo scavo del canale Tresse, sostenuta da Comune e Autorità portuale, la cui progettazione è stata finanziata nel «Patto per Venezia».

«Sappiamo che è in stato di avanzamento la presentazione di altri progetti», ha detto ancora il ministro, «e ci esprimeremo anche su quelli. Per quel che riguarda il mio Ministero, sceglieremo la soluzione meno impattante dal punto di vista ambientale e che più soddisfa l'economia di Venezia». Discorso ancora aperto, dunque. In attesa di sapere quele sarà il verdetto della commissione Via sul progetto Tresse Nuovo. Che a differenza del Venice cruise prevede di mantenere l’attuale Marittima e di farci arrivare le grandi navi dalla bocca di porto di Malamocco e non più dal Lido, scavando le Tresse e un nuovo bacino di evoluzione.

La terza via, che non piace né al Porto né ai comitati «No grandi navi», è quella di Marghera. Banchine in zona industriale. Un progetto già illustrato al ministro Delrio dalle compagnie armatrici (Msc in testa) disposte a finanziarlo. Ma bocciato anche dai sindacati. «Non si può penalizzare il trafficio commerciale», dicono, «per far spazio alle crociere». Cinque anni dopo il naufragio della Costa Concordia e il decreto Clini-Passera, il problema è ancora aperto. (a.v.)

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