Grandi navi, parla Trevisanato: «Non c’è nessun pericolo per Venezia»
VENEZIA. Gli allarmi del comitato «No Grandi Navi» sul traffico nella laguna di Venezia sono «infondati» in quanto «le navi seguono canali prestabiliti: una manovra sbagliata le insabbierebbe, non andrebbero contro palazzi o altro». Lo dice Sandro Trevisanato, presidente di Venezia Terminal Passeggeri, Spa che gestisce lo scalo veneziano. «Le autorità - spiega - hanno stabilito dopo il caso Concordia nuovi e più severi limiti: distanze, velocità, etc. L’impatto ambientale? L’inquinamento generato dalle navi a Venezia è, per verifiche regionali, sotto la media europea. Le compagnie hanno sottoscritto un accordo con la città che abbatte ulteriormente le emissioni. Atenei, Cnr e Autorità portuale hanno accertato che non c’è alcun danno da movimento ondoso. Resta una questione estetica».
«Le navi da crociera - precisa - entrano in Adriatico perché i passeggeri vogliono Venezia. Se gli armatori si stufassero di accoglienze come quella riservata ai loro ospiti ieri, potrebbero escludere Venezia dagli itinerari e scegliere altri porti, come Atene, Cipro». Come soluzioni e canali alternativi Trevisanato sottolinea che il Contorta Sant’Angelo «esiste, va allargato. Ma non siamo noi a dover decidere». C’è anche il Mose, dice, ma «se chiuderà per manutenzione o per incidente, si bloccherà la bocca del Lido».
Giovedì la questione sarà portata al ministero dei Trasporti. Trevisanato, che dice di non essere stato convocato dal ministro ma di dover presentare una memoria, si aspetta «che la politica decida. Vogliamo le crociere a Venezia? Il governo deve indicare soluzioni e tempi».
Il sindaco Orsoni: "Servono soluzioni concrete". «Bisogna trovare il modo di dare soluzioni almeno provvisorie, almeno per le grandissime navi che dia il segno tangibile anche all’opinione pubblica internazionale che della cosa ci stiamo occupando. Se non si fa niente si esasperano gli animi»: a dirlo il sindaco di Venezia, Giorgio Orsoni, commentando la questione della cosiddette "grandi navi" che transitano in bacino San Marco e in laguna.
Secondo Orsoni, in vista dell’incontro fissato per giovedì prossimo a Roma e promosso dal ministro Lupi, il tema principale sul tappeto è l’attuazione di quanto previsto dal decreto Clini-Passera che prevede che le navi sopra le 40mila tonnellate non passino in Bacino e lungo il canale della Giudecca; decreto sospeso - ricorda - in attesa di soluzioni alternative demandate alla Capitaneria di Porto e al Magistrato alle Acque. La questione, in sostanza, è che è passato un anno dal decreto senza arrivare a una soluzione e ora «lo Stato deve muoversi per attuarlo». La riunione di giovedì, per Orsoni, sarà di carattere tecnico e poi «ci sarà un Comitatone che è l’unico organo competente per decidere sulle sorti di Venezia».
L’Udc: «Non ascoltare le sirene degli striscioni». «Il settore crocieristico riveste una grandissima importanza economico-occupazionale per la Città di Venezia. Per questa ragione non si può accettare che questa risorsa sia oggetto di un dibattito partitico strumentale o di uno scontro tra tifoserie»: a dirlo è il capogruppo dell’Udc in consiglio comunale, Simone Venturini, all’indomani delle manifestazioni contro le grandi navi in Laguna di Venezia. «L’obiettivo di allontanare le grandi navi da San Marco - rileva - non può e non deve essere messo in discussione. La ricerca di rotte alternative al transito per San Marco, a più di un anno dal decreto Clini-Passera, deve giungere a conclusione e in tal senso, come forza politica, chiediamo di raddoppiare gli sforzi e concludere gli approfondimenti, anche alla luce dell’incontro convocato a Roma. Tuttavia, la drastica e miope ipotesi di estromettere tout court le grandi navi dalla Laguna di Venezia, ventilata da qualche comitato e da qualche partito, non può essere accettata perchè comporterebbe il tracollo di un comparto strategico dell’economia veneziana A tal proposito, mettiamo in guardia le istituzioni tutte, Sindaco, Regione e Governo, affinchè non ascoltino le sirene di una minoranza rumorosa e variopinta, dimenticandosi di una maggioranza laboriosa e responsabile. Oggi la Città ha bisogno di un dibattito tecnico basato su dati oggettivi, non di suggestioni che rischiano di entusiasmare gli animi e di lasciare macerie. Siano questi dati oggettivi (economici, ambientali, occupazionali, scientifici), non gli striscioni, a guidare le azioni del Governo e delle istituzioni».
Comitato No grandi navi: "Rinunciare al gigantismo". «Cambiare modello, rinunciare al gigantismo che fa solo gli interessi delle Compagnie di crociera e puntare a filiere diverse di crocerismo fatte con navi piccoli, con pochi passeggeri»: è la soluzione del Comitato "No grandi navi- Laguna bene comune" per risolvere in maniera definitiva il problema del passaggio in laguna di Venezia delle navi da crociera. All’indomani delle due manifestazioni di protesta, con qualche momento di tensione davanti ai cancelli del terminal marittimo, il Comitato rilancia le sue proposte in vista della riunione a Roma del 13 giugno sul crocerismo promossa dal ministro Lupi, alla quale chiede di partecipare se oltre alle istituzioni dovessero partecipare anche gli armatori.
È poi rilevato che se il sindaco Giorgio Orsoni dovesse proporre lo spostamento del terminal croceristico a Porto Marghera sarebbe «un’idea sua personale», e «lo farà senza alcun mandato popolare e senza il sostegno dell’unico atto amministrativo votato dal consiglio comunale», in riferimento al Piano di assetto del territorio che indica come obiettivo - è sostenuto - la fuoriuscita delle navi dalla laguna. Secondo il Comitato, poi, bisogna operare «per fare davvero di Venezia la capitale della vela e del mare, offrendo posti in transito, che non ci sono, e ormeggio stabile a quei veneziani che tengono le loro barche in giro per Adriatico ed Egeo, per non parlare di tutti quei diportisti europei che farebbero carte false per poter tenere le loro barche in città»
Raffaele Alajmo: "Io favorevole alle crociere a Venezia". Le grandi navi da crociera non spaventano una firma d’autore della ristorazione a Piazza San Marco, uno dei luoghi simbolo di Venezia. «Sono favorevole» ha detto Raffaele Alajmo, a margine di un incontro tra dieci grandi chef italiani e il ministro dei Beni culturali e del turismo Massimo Bray; un «primo incontro soddisfacente» a giudizio dello stesso Alajmo, che a San Marco ha un ristorante e un locale. «Nel Canale - ha spiegato - d’inverno senza navi il moto ondoso è pesante e il traffico è comunque da "autostrada del mare" nel cuore di Venezia. Il percorso alternativo inoltre rischia di squilibrare tutto».
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