Grandi navi, ora il rischio è la paralisi
Grandi navi, il rischio concreto ora è la paralisi. La sentenza del Tar del Veneto che “boccia” lo scavo del canale Contorta-Sant’Angelo proposto dall’Autorità Portuale, annullando per illegittimità il via libera di Comitato Portuale e Capitaneria di Porto, rischia ora - in mancanza di un pronunciamento chiaro da parte del Governo e dei ministri dell’Ambiente Gian Luca Galletti e delle Infrastrutture Graziano Delrio - di bloccare qualsiasi decisione sulla scelta del tracciato alternativo del passaggio delle navi da crociera in Bacino di San Marco.
Lo teme anche l’Associazione Ambiente Venezia che - insieme al Comune - ha promosso il ricorso contro il Contorta accolto dai giudici amministrativi e che pure considera una vittoria importante per la tutela dell’ambiente lagunare la pronuncia del Tar. «È una sentenza di svolta», commentano tra gli altro Armando Danella e Luciano Mazzolin, «perché fa capire come non sia possibile progettare interventi in ambito lagunare senza tener conto del contesto in cui vanno inseriti. Con il giudizio del Tar, il progetto dello scavo del canale Contorta-Sant’Angelo non esiste più, ma non esiste neppure, almeno al momento, il progetto dello scavo delle Tresse - sostenuto ora anche dal presidente dell’Autorità Portuale Paolo Costa, oltre che dal sindaco Luigi Brugnaro - che non è stato ancora depositato, ma che è stato presentato anche alla Commissione di valutazione d’impatto ambientale del Ministero dell’Ambiente come “Variante” al Contorta. Ma se non esiste più il Contorta, non può esistere neppure una sua variante».
L’Autorità Portuale ha ottenuto di recente dal Ministero dell’Ambiente 120 giorni di tempo per presentare il progetto Tresse-Vittorio Emanuele, che lo stesso Porto, in base agli accordi con il Comune, dovrebbe predisporre a sue spese. «A questo punto il problema è politico e il Governo deve intervenire», insistono ad Ambiente a Venezia, «perché il rischio è che la Commissione Via non prenda alcuna decisione, aspettando magari l’esito del ricorso che il Porto e il Comune (che da Orsoni a Brugnaro ha cambiato idea sul Contorta) hanno annunciato al Consiglio di Stato. Invece deve concludere la sua istruttoria, prendendo atto dell’illegittimità del progetto Contorta decisa dal Tar e esprimendosi sull’altro progetto che è alla sua attenzione, quello “Venise Cruise 2” che prevede di realizzare al Lido il terminal crocieristico».
Un progetto, però, che vede la radicale contrarietà di Brugnaro - che ne ha negato l’interesse pubblico - e del sindaco di Cavallino, con il ministro Delrio che ha dichiarato solo pochi giorni fa che non si potrà prendere una decisione alternativa sul tracciato senza tener conto del parere del sindaco di Venezia. Di qui il rischio concreto di una paralisi che prende corpo, con la situazione delle Grandi navi che rischia di restare esattamente quella che è e con Ambiente Venezia che intanto annuncia l’invio del ricorso del Tar al Ministero dell’Ambiente e alla Commissione Via e chiede il commissariamento dell’Autorità Portuale di Venezia.
«Ha dimostrato incapacità nel proporre un progetto pieno di irregolarità procedurali», dicono Danella e Mazzolin, «e dunque non può pùò gestire una situazione così delicata. Si configura inoltre la possibilità concreta di un danno erariale - e invieremo un esposto in merito alla Corte dei Conti - visto che si è finanziato con fondi pubblici un progetto irregolare e ora si vorrebbe replicare».
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