Grandi navi, oggi la soluzione. Toninelli verso lo scavo del canale Vittorio Emanuele
ROMA. Grandi navi fuori dalla laguna. E intanto lo scavo del canale Vittorio Emanuele, per raggiungere la Marittima dalla bocca di porto di Malamocco. Sacrificando l’ipotesi Marghera,già approvata dal Comitatone. La soluzione annunciata dal ministro Toninelli sarà ufficializzata stamani a Roma.
Vertice convocato al ministero con il sindaco Luigi Brugnaro e il presidente della Regione Luca Zaia. Soluzione già anticipata nei giorni scorsi, che trova il favore di Comune e Regione. «Il vantaggio», dice Brugnaro, «è che quei lavori li pagano le compagnie, 53 milioni di euro.
Lavori che si potrebbero fare in fretta, perché da studi risulta che quei fanghi non sono inquinati e non hanno. Poi si farà il progetto dei nuovi terminal in mare». Diverse le ipotesi che il ministro offrirà oggi. Non solo il Lido, con attenzione alle banchine removibili proposte da Boato-Giacomini-Di Tella.
Ma anche una banchina al Lido – lato spiaggia – a Chioggia dove a differenza di Venezia le grandi navi sarebbero bene accolte. Una svolta che potrebbe dunque arrivare, almeno in sede politica. Per mettere un paletto dopo sette anni di dibattiti e progetti a vuoto.
Non sono però d’accordo i comitati. Che ieri hanno scritto una lettera aperta a Brugnaro e Zaia. «Registriamo che dopo la bocciatura del progetto Contorta, l’abbandono del progetto Trezze Nuovo ed ora il positivo accantonamento del progetto di Marghera», scrive il portavoce Armando Danella, «si vuole insistere nella stessa logica di individuare un’alternativa al divieto di transito alle navi nel bacino di San Marco solo con vie navigabili interne alla laguna».
«Le criticità di questa ennesima proposta sono evidenti», continua la nota, «e in questi anni sono state sollevate non solo dai movimenti ambientalisti e da autorevoli riscontri scientifici, ma anche dalla stessa Autorità Portuale e dalla Capitaneria di Porto per la sicurezza della navigazione».
Le criticità, secondo i comitati, sono la necessità di allargare il bacino di evoluzione davanti alla raffineria dell’Eni e l’isola dei depositi di carburante; le «interferenze con il funzionamento delle barriere del Mose, le cui chiusure saranno sempre più frequenti e penalizzanti per la portualità lagunare a seguito dell’innalzamento del livello del mare.
E poi la navigazione a senso unico per 25 km lungo il canale Malamocco-Marghera e Vittorio Emanuele III, con dislocamenti pericolosi per l’equilibrio idraulico lagunare; oltre alla «penalizzazione logistica ed economica dei traffici industriali e commerciali di Marghera e ai tempi lunghi di realizzazione, «considerato che il progetto dovrà essere sottoposto alla Valutazione di impatto ambientale e alla revisione del Piano regolatore portuale».
Infine, l’«incompatibilità di nuovi scavi in laguna con le direttive del ministero dell’Ambiente e dei Beni culturali».
I comitati fanno dunque appello al sindaco e al presidente della Regione, affinché sia avviato un «confronto trasparente, evitando soluzioni devastanti per la laguna e penalizzanti per i traffici portuali di Marghera, finalizzata solo a tutelare gli interessi economici delle Compagnie crocieristiche». —
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