Grandi navi. Msc rinuncia a Venezia per tutto il 2020, Costa attende il via libera del governo

VENEZIA. Le crociere di Msc torneranno a riaffacciarsi in laguna non prima del 2021. La compagnia ha deciso di rinunciare a Venezia, preferendo lo scalo di Trieste come porto di imbarco e sbarco per l’Alto Adriatico in vista della ripartenza dell’attività dopo il blocco imposto dal lockdown.
Si tratta, inevitabilmente, di un duro colpo per le migliaia di lavoratori veneziani (diretti e indiretti) impiegati in Porto e da mesi in attesa di una ripresa dell’attività. L’ufficialità è arrivata ieri quando la compagnia ha presentato, proprio a Trieste, il nuovo protocollo per la salute e la sicurezza messo a punto con le autorità nazionali e con il supporto di un team di esperti internazionali.
Gli itinerari, fa sapere Msc, sono stati pianificati valutando le caratteristiche di accessibilità dei porti e riducendo al minimo, nei limiti del possibile, l’utilizzo da parte degli ospiti di mezzi pubblici o voli per raggiungere gli scali di partenza e per fare ritorno a casa.
Ed è proprio Venezia la grande assente tra le tappe già programmate. In attesa delle necessarie approvazioni finali, due navi di MSC Crociere stanno predisponendo tutti i preparativi per poter salpare. Si tratta dell’ammiraglia MSC Grandiosa e di MSC Magnifica. La prima offrirà crociere di 7 notti nel Mediterraneo occidentale (Genova, Civitavecchia, Napoli, Malta), la seconda servirà invece il Mediterraneo orientale (Bari, Trieste e Grecia). Le date di partenza effettive saranno decise in base alle direttive ricevute dalle autorità competenti.
Spiegazioni ufficiali sul motivo per cui Msc non farà tappa a Venezia, per il momento, non ce ne sono. Quel che è certo è che le valutazioni del gruppo per rendere più facile la ripartenza dell’attività hanno portato ad escludere la Marittima. Svariati i motivi che potrebbero aver suggerito questa scelta. Di natura politica, innanzitutto.
Dopo anni di annunci e promesse, resta ancora da risolvere il problema del passaggio delle grandi navi in bacino San Marco fino allo scalo di Santa Marta, gestito da Vtp. Dibattito che negli ultimi dodici mesi ha assunto ancor di più il carattere dell’urgenza dopo l’incidente della Msc a giugno 2019 contro la banchina di San Basilio. Prima dell’emergenza sanitaria, il “Comitatone” si era impegnato a indicare una soluzione, una volta per tutte. Ora, mentre le polemiche non accennano a calmarsi e con i comitati che hanno annunciato azioni di sabotaggio, il discorso attende di essere ripreso.
Ci sarebbero poi motivi logistici legati alla scomodità veneziana: Msc ha scelto, per la ripartenza, porti che riducano il più possibile l’uso di mezzi pubblici per raggiungere gli scali. Il che, in una città come Venezia, appare particolarmente complesso. Nel frattempo cresce l’attesa per il via libera da parte del ministero della Salute al “Protocollo sulle misure per la gestione dell’emergenza epidemiologica da Covid-19 a bordo delle navi da crociera”. Spetterà poi alla Regione Veneto stabilire per filo e per segno tutte le regole a bordo delle navi in arrivo a Venezia. Msc, comunque, ha già previsto regole strettissime: tamponi per tutti pre-imbarco, capienza ridotta al 70%, controlli quotidiani della temperatura corporea, mascherine dappertutto e igienizzazione dei locali, oltre a un vero e proprio piano di emergenza con casi sospetti.
Un piano del resto, presentato anche da Costa Crociere che, al contrario di Msc, ha in programma di tornare a Venezia (proprio con la Costa Deliziosa che un anno fa rischiò di schiantarsi contro Riva Sette Martiri). Ma a testimoniare il periodo delicato, e non solo sul fronte sanitario, la compagnia starebbe comunque valutando l’ipotesi di far arrivare le navi a Marghera se non a Trieste (ecco il piano B) nel caso di «difficoltà insormontabili» nel raggiungere la Marittima.
In attesa del nuovo Dpcm, comunque, anche Costa si dice pronta a ripartire in sicurezza. Gli equipaggi saranno sottoposti a tre giri completi di tamponi.
A bordo, poi, controllo quotidiano della temperatura, distanziamento fisico e mascherina obbligatoria negli ambienti interni. In attesa del semaforo verde dal governo, sono i primi passi di ripartenza delle crociere. Mentre sullo sfondo, Venezia si interroga ancora sulla tutela della città e sul futuro di migliaia di lavoratori. —
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