Grandi navi, mozione al Senato: «Il governo deve cambiare rotta»

Scavo del Contorta, Casson raccoglie 44 firme di parlamentari di Pd, Sel, Psi, Cinquestelle e Scelta civica. «Procedure ai limiti della liceità penale». I comitati in assemblea lunedì, domenica manifestazione
Transatlantici nella banchina a Venzia, 21 settembre 2013 . ANSA/ANDREA MEROLA
Transatlantici nella banchina a Venzia, 21 settembre 2013 . ANSA/ANDREA MEROLA

VENEZIA. Il governo non rispetta l’ordine del giorno del Senato. E dovrà correggere e adeguare i provvedimenti già presi sulle grandi navi che contengano violazioni di norme legislative vigenti». Una mozione di rara durezza sulla questione delle alternative alle grandi navi è stata presentata ieri a Palazzo Madama dal senatore del Pd Felice Casson. Un documento dal valore politico molto forte, perché porta la firma di parlamentari di varie forze politiche. E, costituisce come ha spiegato Casson nella recente assemblea di sala San Leonardo «è un impegno per il governo».

Tra le 44 firme raccolte quella del capogruppo Pd in Senato Luigi Zanda e di una nutrita pattuglia di democratici, tra cui la veneta Laura Puppato. Ma anche di Lorenzo Battista del Movimento Cinquestelle, Loredana De Petris (Sinistra ecologia e Libertà), Enrico Buemi (partito socialista), Gianpiero Della Zuanna (Scelta civica). Un documento che ha dunque la maggioranza assoluta dell’aula, e potrebbe rappresentare una forte novità nel prosieguo della vicenda grandi navi. La mozione rileva infatti come nella riunione del Comitatone dell’8 agosto scorso e poi nel decreto firmato dal presidente del Porto Paolo Costa il 12 agosto ci siano state «alcune forzature rispetto agli indirizzi dell’ordine del giorno del Senato votato in febbraio. Hanno scelto di far avanzare, proponendolo quasi come un progetto di Stato, solo lo scavo di un nuovo canale all’interno della laguna, spostando le navi in laguna centrale già devastata dallo scavo del canale dei Petroli di cui il Contorta è la continuazione».

Casson se la prende anche con «il ruolo e la competenza impropri che la Capitaneria di porto ha ritenuto di assumere nell’istruttoria». E poi con il «conflitto di interessi in capo all’Autorità portuale di Venezia, che si presenta come progettatore, istruttore e decisore in parte qua». Un contesto di scarsa chiarezza, si legge nel documento presentato ieri al presidente del Senato Pietro Grasso, «che fa temere si innestino procedure contorte e ai limiti della liceità, anche penale, sulla scia di quanto già successo per le vicende criminali del Mose-Consorzio Venezia Nuova». Una novità che potrebbe modificare la linea del governo. «Vogliamo che tutti i progetti siano messi sullo stesso piano», insiste Casson, «e siano valutati in base alla compatibilità ambientale, alla loro gradualità e reversibilità, alle risorse e al loro impatto sull’economia. Non è vero che spostando le navi si avrebbero meno posti di lavoro. Anzi».

Il comitato No Grandi Navi plaude all’iniziativa. E ha convocato un’assemblea cittadine per lunedì. per decidere i dettagli della manifestazione del 21 settembre, con una «occupazione» in barca dell’area del canale Contorta che dovrebbe essere scavata.

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