Grandi navi, la proposta del sindaco Orsoni per spostarle a Marghera
VENEZIA. Cinque grandi navi a Marghera, nelle banchine tra il canale industriale Nord e il canale Brentella. E quattro di dimensioni medio piccole che potrebbero restare in Marittima, dove troverebbe spazio anche un nuovo centro residenziale in social housing.
Eccolo l’asso da novanta del sindaco Giorgio Orsoni. Che martedì andrà a Roma, al vertice finalmente convocato dal governo sull’emergenza grandi navi, sostenendo l’ipotesi dello spostamento delle crociere a Marghera. Un’ipotesi che l’Autorità portuale contesta, paventando riduzioni di fatturato al comparto crociere e problemi al traffico commerciale. Ma il progetto, elaborato dall’avvocato Alessio Vianello e da professionisti veneziani, è pronto. Il sindaco rivendica alla città le decisioni sul suo territorio e ha già bocciato senza appello lo scavo del nuovo canale Contorta-Sant’Angelo proposto dal Porto e dal suo presidente Paolo Costa. E adesso illustrerà al governo i vantaggi dell’ipotesi Marghera. Occasione unica, dice ad una voce con il suo assessore all’Ambiente Gianfranco Bettin, per avviare davvero la bonifica e il riuso delle aree.
Ecco intanto i dettagli del progetto Marghera. Che si dovrà realizzare in tre fasi. La prima, d’urgenza, sarà l’allestimento delle banchine già pronte del Canale Industriale Nord per realizzarci gli ormeggi per due grandi navi sopra le 140 mila tonnellate. Si tratta solo di ultimare la bonifica già avviata dell’area di proprietà dei privati - la famiglia Salmini - a ridosso del Vega I in zona industriale. Questi sono i «tempi brevi» di cui parla il sindaco, contrapposti ai due/tre anni - e 150 milioni di euro di lavori - del nuovo canale. Seconda fase, quella per realizzare cinque nuove stazioni marittime per ricevere altrettante navi di grandi dimensioni. Quattro sarebbero ormeggiate nel Canale Nord, la quinta del vicino Brentella. Evidente, dicono i progettisti, il vantaggio di essere vicino ala Ferrovia e alla strada, dunque all’aeroporto, senza occupare il ponte della Libertà. E soprattutto senza scavare nuovi canali per arrivare nell’attuale Marittima. Terza fase, a lungo-medio periodo, quella di pensare al recupero delle isole oggi occupate dalle raffinerie dell’Eni, destinate alla chiusura. Spazio prezioso dove la nuova Marittima potrebbe ulteriormente allargarsi. Nel caso di congestione del traffico acqueo il progetto prevede lo scavo di un canale di raccordo dietro l’isola delle Tresse. «Ma questo», spiegano i progettisti, «non interferirebbe con lo scambio idraulico come il Contorta». Anche il problema del traffico sembra qui superato. Sarà possibile gestire bene gli orari di ingresso dei mercantili, quasi assenti il sabato e domenica dove invece si registra il picco delle crociere. La soluzione Marghera dunque si fa concreta. È il progetto già inviato al ministero delle Infrastrutture dal sindaco Orsoni, dopo che Vianello lo aveva protocollato negli uffici comunali qualche mese fa.
Dal punto di vista tecnico adesso si dovrà verificare se quel tipo di traffico sia compatibile soprattutto si possa mescolare con il traffico commerciale. Il Porto e la Capitaneria hanno già detto di no. Ma il Comune chiede verifiche tecniche «super partes». Lo stesso ha fatto il senatore del Pd Felice Casson. «È necessario che il processo decisionale sia tolto alla discrezionalità ma contenga elementi di valutazione finalizzati al bene comune», dice la docente Iuav Andreina Zitelli, esperta di Valutazioni ambientali.
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