Grandi navi in mostra, è bagarre

Il sindaco: «Ai cittadini bisogna proporre tutte le soluzioni, soprattutto se si utilizza uno spazio pubblico»
Di Manuela Pivato
Il neosindaco di Venezia Luigi Brugnaro durante la conferenza stampa nel salone del Consiglio Comunale a Cà Farsetti, 15 giugno 2015. ANSA/ANDREA MEROLA
Il neosindaco di Venezia Luigi Brugnaro durante la conferenza stampa nel salone del Consiglio Comunale a Cà Farsetti, 15 giugno 2015. ANSA/ANDREA MEROLA

La delega alla Cultura è nelle sue mani e dunque, in estrema sintesi, decide lui. Decide il sindaco «come organizzare l’offerta culturale della città», in uno spazio pubblico, come Palazzo Ducale, «che è di tutti i cittadini ai quali devono essere proposte tutte le soluzioni». Luigi Brugnaro tiene il punto sullo slittamento della mostra di fotografie di Gianni Berengo Gardin, inizialmente prevista per il 18 settembre, che il sindaco vuole “integrare” con le tavole del progetto Tresse Est e mitigare così l’impatto degli scatti del fotografo.

«Stiamo parlando di fotografia» dice ancora Brugnaro «e quindi ci sono varie angolazioni con le quali si può guardare una storia: c’è quella dell’artista e poi ci sono le altre proposte. Solo così ognuno potrà farsi la sua idea». E ancora. «La città, votandomi, ha votato un tipo di idea sulle grandi navi, che prevede la loro valorizzazione così come il fatto che non dovranno più passare per Bacino San Marco».

La bagarre di quasi Ferragosto è scoppiata e l’imbarazzo è palpabile come l’umidità di questi giorni.

«È solo uno slittamento - dice il presidente della Fondazione Musei civici Walter Hartsarich - incontreremo Berengo Gardin entro fine mese e decideremo con lui una nuova data. Del resto, questo è un momento di passaggio e quindi delicato».

Cosa deciderà l’artista è quasi scontato. L’accrocchio delle sue immagini che gridano in bianco e nero con le tavole sullo scavo del Canale Vittorio Emanuele, ovvero la denuncia del problema e, insieme, la sua soluzione grazie al progetto firmato Brugnaro-Costa, sarebbe inaccettabile, oltrechè vagamente offensivo.

«Il sindaco non può pensare di modificare a suo piacimento programmi di manifestazioni culturali o progetti di mostre artistiche. Al contrario dovrebbe essere il garante che ogni forma artistica e di pensiero si possano esprimere liberamente in città» dice il consigliere comunale della Lista Casson Nicola Pellicani «Una città come Venezia, luogo simbolo della cultura mondiale, non può essere umiliata così. La mostra di Berengo Gardin vede l'impegno di un grande artista su un tema di attualità sociale, come quello delle Grandi Navi».

«Non ha alcun senso esporre assieme le foto di Berengo Gardin con il progetto dell'escavo del canale Tresse-Vittorio Emanuele. Si possono invece fare entrambe, ma in momenti diversi, ognuno può trovare il suo spazio» dice ancora Pellicani «Messa così, sarebbe come fare una mostra su Cristo e chiedere il parere di Ponzio Pilato. Lo schema di Brugnaro è ormai chiaro, cerca di annacquare in modo maldestro tutto ciò che teme possa sfuggire al suo controllo. Vuol tentare di farlo con il Festival della Politica, ora ci prova con Berengo-Gardin. Ma non è questo il ruolo di un sindaco».

Prende posizione anche il comitato No Grandi Navi. «Ci sembra una visione dell'arte di stampo sovietico - spiega Silvio Testa, uno dei promotori del comitato - Un grande artista crea una grande mostra di grande impatto e si impedisce di vederla perché al potere questa mostra non piace. Se a Venezia ci sono tutte queste difficoltà per far vedere queste foto vuol dire che ci sono poteri forti che provano a negare la realtà».

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