Grandi Navi, il porto: «Trovare un’alternativa a San Marco al più presto»
VENEZIA. «Trovare un’alternativa al passaggio davanti a San Marco. Subito o almeno al più presto». È, in sintesi, il senso della nota inviata dal Porto dopo la riunione del comitato portuale che ha esaminato la situazione alle luce dell’incontro dello scorso 25 luglio a Roma e dopo le polemiche sul presunti «inchino» della Carnival Sunshine davanti a Riva Sette Martiri.
«Ciò che è emerso con chiarezza è quanto sia fondamentale perseguire, tutti assieme, l’obiettivo di applicare il decreto Clini Passera che, è stato ricordato, impone “di trovare una via alternativa praticabile" al passaggio delle Navi davanti San Marco - si legge nel comunicato - Questo deve essere il solo e primario obiettivo che non può e non deve essere caricato altri, pur commendevoli, obiettivi – come la riqualificazione di altre aree a Marghera – pena un mero allungamento dei tempi di decisione e il lasciar spazio a sterili e infondate polemiche».
«L’Autorità Portuale infine, farà tutto quanto in suo potere affinché l’iter procedurale che porterà alla decisione sulla via alternativa possa essere realizzata nel più breve tempo possibile e senza ulteriori dilazioni che continuano a creare l'occasione per polemiche sterili», è la conclusione.
Bettin: "Tra un po' si dirà che la Carnival non è neppure entrata a Venezia". «Prima “almeno 40 metri”, poi “72” precisi precisi, ora “106” o addirittura, precisissimi, “110, 5”: man mano che passano i giorni la misura ufficiale della distanza della Carnival Sunshine dalla riva si dilata sempre più. Ancora un po’ e non risulterà mai entrata a Venezia…», è il commento dell'assessore Gianfranco Bettin alle reazioni sul presunto "inchino" della nave da crociera americana entrata qualche giorno fa a Venezia.
Proprio Bettin è stato il primo a denunciare quel passaggio e oggi ne difende la giustezza: «In realtà, grazie a foto e video, tutto il mondo ha visto cosa significhi la presenza e il transito di una della mega navi da crociera (la Carnival, peraltro, non è neanche fra le maggiori) a poca distanza dalla riva, in mezzo al traffico di mezzi normali, per non dire di ciò che da lontano non si può vedere o sentire: emissioni, rumori, spostamento di masse d’acqua ecc. - sottolinea - Che i testimoni diretti del fatto possano, emotivamente, aver percepito distanze minori - e lo erano certamente rispetto ai passaggi ordinari delle navi - non è che il segno che è la normalità di questi transiti in bacino e in canale ad essere aberrante e che essi devono finire al più presto».
«In ciò concordiamo con l’Autorità portuale e con la Capitaneria di Porto, se tale è il loro intento - conclude Bettin - Ma se si esclude a priori Porto Marghera dalle soluzioni, perfino da quelle transitorie e subito praticabili, allora significa che si vuole solo prendere tempo, rinviare sine die l’alternativa. Porto Marghera è la soluzione immediata, dove le navi possono andare subito, in attesa di definire, comunque in tempi brevi, la soluzione definitiva, che non deve comunque prevedere uno stravolgimento ulteriore della laguna».
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia