Grandi navi: il governo esamina il caso Venezia, è il giorno delle decisioni

Ieri l’audizione in commissione Ambiente del Senato. Oggi l’incontro con Letta e i ministri Lupi e Orlando a Palazzo Chigi: progetti e soluzioni a confronto
La supernave MSC Divina mentre transita nel bacino san Marco, Venezia, 21 settembre 2013. ANSA/ANDREA MEROLA
La supernave MSC Divina mentre transita nel bacino san Marco, Venezia, 21 settembre 2013. ANSA/ANDREA MEROLA

VENEZIA. Il giorno delle grandi navi. Oggi a palazzo Chigi vertice convocato dai ministri delle Infrastrutture Maurizio Lupi e dell’Ambiente Andrea Orlando. Ci saranno Regione, Comune e Autorità portuale. E si dovrà finalmente decidere sulle soluzioni alternative al transito delle grandi navi in laguna. Vietato dal decreto Clini Passera di un anno e mezzo fa, ma mai applicato. L’accordo auspicato dal ministro Lupi sulle alternative fino ad oggi non è arrivato. Restano idee e prospettive molto diverse su come togliere le grandi navi dal Bacino San Marco.

Ieri se n’è parlato anche davanti alla Commissione Ambiente del Senato, in visita a Venezia. Il nuovo testo di legge prevede che sia la città a decidere sui transiti nelle sue acque. Cosa che oggi non succede, dal momento che le autorità competenti in laguna e in canale della Giudecca-Bacino San Marco sono il Magistrato alle Acque, l’Autorità portuale e la Capitaneria di porto. Intanto dovrà decidere il governo. E oggi, forse anche alla presenza del premier Enrico Letta, si dovrebbe arrivare alla prima decisione dopo quasi due anni di impasse dopo il tragico naufragio della Costa Concordia.

«Speriamo sia una scelta definitiva», dice il presidente della Regione Luca Zaia, «oggi dovremmo stilare insieme una road map per uscire dall’emergenza. I punti fondamentali sono due: escludere le navi troppo grandi da San Marco ma al tempo stesso farle arrivare alla Marittima, che va salvaguardata, attraverso il nuovo canale Contorta Sant’Angelo. Se ci mettiamo tutti di buona lena si può fare in due-tre anni». Soluzione caldeggiata anche dall’Autorità portuale e dall’Autorità marittima. Ma non dal Comune e dai comitati.

«La soluzione di scavare un nuovo canale mi lascia molto perplesso», ha ribadito ieri il sindaco Orsoni, «io credo che ci dovremmo avvicinare al problema con un po’ di buon senso. se ognuno mantiene le sue pregiudiziali non si va da nessuna parte». L’idea del sindaco, già inviata al governo sotto forma di progetto, è quella di realizzare in tempi molto rapidi un nuovo terminal a Marghera, tra il canale Industriale Nord e il canale Brentella. Banchine già pronte ma terreni da bonificare. «Chiaro che andare a Marghera comporterà alcuni problemi», risponde Orsoni, «ma se ci si blocca di fronte a questo non si arriva a nessuna soluzione. E una riflessione a lungo termine va fatta».

A Marghera le navi arriverebbero per il canale Vittorio Emanuele («dei Petroli») per poi ormeggiarsi nelle banchine di fronte agli attuali depositi dell’Eni. Che per ora non saranno dismessi, ma «riciclati» per i carburanti verdi. Intorno all’isola dei depositi Agip, il progetto prevede la possibilità di evoluzione per navi fino a 333 metri di lunghezza e di 140 mila tonnellate. Proprio le navi che secondo i docenti Iuav Stefano Boato e Maria Rosa Vittadini, ieri presenti alle audizioni, «non dovrebbero entrare in laguna». I due hanno presentato alla commissione una variante al progetto De Piccoli, che prevede di ormeggiare davanti all’isola del Mose, in bocca di Lido, quattro supernavi oltre le 120 mila tonnellate. «Se queste restassero fuori dalla laguna», hanno spiegato al sindaco Orsoni, «le navi piccole e gli yacht potrebbero andare in Marittima, le medie a Marghera. Una soluzione «mista» che potrebbe accontentare tutti.

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