Grandi navi, il comitato «Cruise Venice»: «A rischio 6 mila posti di lavoro»
VENEZIA. È scontro sempre più duro sul passaggio delle grandi navi a Venezia. Una polemica che si intensifica in vista dell’incontro previsto nelle prossime ore a Roma tra il primo cittadino Giorgio Orsoni e il ministro Maurizio Lupi. Dopo le manifestazioni e gli scontri dello scorso weekend il primo cittadino aveva preso posizione chiedento un «intervento immediato». Da qui la reazione del comitato «Cruise Venice», favorevole al passaggio delle navi.
Ecco la lettera per punti che il presidente del comitato Massimo Bernanrdo ha inviato al primo cittadino.
In occasione del previsto incontro a Roma circa le grandi navi crociera al porto di Venezia, convocato per domani giovedì 13 dal Ministro Maurizio Lupi, riteniamo doveroso evidenziare quanto segue:
a) Il decreto Clini/Passera che limita il tonnellaggio delle navi a 40.000 t di stazza è un provvedimento non solo illogico ma anche negativo perché le navi crociera sotto le 40.000 t sono al presente le navi più vecchie, quindi più impattanti perché di maggiore pescaggio e con carene spigolate, ma anche più inquinanti per i combustibili usati e per la combustione prodotta da macchinari obsoleti; si ricorda che la M/n Costa Allegra e la M/N MSC Melody, le uniche navi di Costa e MSC sotto le 40.000 t sono state una venduta e l’altra rottamata perché antieconomiche;
b) Il trasferimento da Lei proposto delle grandi navi crociera a Marghera significa allontanare definitivamente tale traffico dal nostro scalo, Lei sa bene che è l’unico traffico portuale che oggi funziona a Venezia ed in Italia;
c) La perdita di tali navi, di cui Venezia è home port e su cui gravitano oggi circa seimila lavoratori, vuol dire perdita secca per l’Italia, gli armatori infatti pensano di trasferire il ruolo di home port da Venezia ai porti di Pireo e/o Istambul, di certo non Trieste, Ancona, Bari, ecc. , il danno economico diretto ed indiretto su base annua è di circa un miliardo di euro;
d) Come ben noto e da tutti dichiarato il problema è essenzialmente estetico, anche perché dal punto di vista tecnico la locale Capitaneria di porto, che è soggetto super partes, ha emesso dal 1977 a oggi una serie di ordinanze che disciplinano il servizio portuale in modo tale da garantire la massima sicurezza e la tutela dell’ambiente, è evidente che tutto può essere ulteriormente migliorato;
e) Le prese di posizione della Sua Giunta e del Suo Consiglio Comunale, le conseguenti azioni denigratorie di uno sparuto gruppo di perditempo che fanno riferimento ai centri sociali ed ai no global, pur con uno scarso seguito da parte della cittadinanza che progressivamente ha preso coscienza del problema, rischia di portare gli armatori ad abbandonare il porto di Venezia compromettendo il posto di lavoro dei 6.000 lavoratori citati, in stragrande maggioranza giovani.
Tenuto conto di tutto quanto sopra, è evidente signor Sindaco che, ove si verificasse quanto da noi temuto e provocato da scelte ed orientamenti della Sua amministrazione, il personale che dovesse restare senza lavoro dovrebbe trovare fin d’ora il Suo impegno a garantire la successiva occupazione presso il Comune di Venezia o presso le numerose società del Comune medesimo, come ACTV, AVM, Veritas, Casinò, ecc. , anche tenuto ben conto del grave e lungo periodo di crisi generale che interessa al presente la nostra realtà territoriale e non solo, attendiamo pertanto una Sua assicurazione formale al riguardo magari già domani in sede ministeriale. Nella certezza della Sua autorevole comprensione e disponibilità a quanto da noi evidenziato e proposto, inviamo distinti saluti.
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