Grandi navi, duello Costa-Orsoni Scontro sui progetti alternativi

Il sindaco rilancia l’ipotesi Marghera: «Il turismo non può soffocare la città». Il presidente del Porto tira dritto: «Contorta unica soluzione». Zaia è per la Marittima. Mognato: «Applicare il Clini-Passera»
Di Alberto Vitucci

«Le crociere vanno rese compatibili con la città. Il turismo non può soffocare Venezia, e per le grandi navi chiediamo una soluzione immediata. L’unica possibile è Marghera». Il sindaco Giorgio Orsoni rilancia la sua proposta davanti alla commissione Trasporti della Camera, convocata ieri in piena bufera politica per discutere del problema grandi navi. Quasi un «duello» con l’(ex?) amico Paolo Costa, ex sindaco ed ex ministro, oggi presidente dell’Autorità portuale. Che insiste, invece, sul progetto già presentato al ministero ed elaborato, dice, «insieme al Magistrato alle Acque». Il nuovo canale Contorta Sant’Angelo, che collegando il canale dei Petroli alla Marittima consentirebbe di lasciare le navi dove sono. E, annuncia Costa, di «avviare una grande opera di ripristino morfologico, bloccando l’erosione della laguna». Orsoni e Costa su fronti opposti, dunque. «I turisti delle crociere non incidono che in minima parte sul carico complessivo», attacca il presidente, «solo 300 mila su un milione e 800 mila visitano la città. Per noi sono come delle merci. Siamo d’accordo nel togliere le navi da San Marco, il problema è come». Orsoni difende la scelta di Marghera. «Costa dice che le navi passeggeri non ci stanno, ma in tutti i porti del mondo è così, basta allargare un po’ il canale Malamocco-Marghera, intervento già previsto dal Piano portuale. Scavando il Contorta, invece, l’equilibrio della laguna verrebbe squarciato». La proposta del Comune dunque resta quella di Marghera, che pure non piace agli industriali e ai sindacati del Porto. E nemmeno al presidente della Regione Luca Zaia. «Navi via da San Marco ma non dalla laguna», ha detto ieri il presidente Zaia, «non possiamo regalare traffici e ricchezza a Trieste. La Marittima deve restare dov’è, ci sono stati investimenti notevoli anche dal punto di vista ambientale».

Il momento delle decisioni sembra allontanarsi. Anche se Michele Mognato, deputato veneziano membro della commissione, chiede di «fissare una data per l’entrata in vigore del decreto Clini-Passera». «Decidere in fretta, facendo il minor danno possibile», dice. Ma il panorama è variegato. I Grillini rilanciano l’ipotesi di lasciare le grandi navi fuori dalla laguna, proposta avanzata dall’assessore di Mira Luciano Claut. Orsoni insiste su Marghera e poi sul’ipotesi – che dieci anni fa era proprio quella di Costa – di scavare il canale Vittorio Emanuele, per far arrivare le navi in Marittima e creare così il senso unico, dimezzandone il numero. Siparietto tra Costa e Orsoni quando il sindaco chiede al presidente di poter avere «la cartina della laguna». «Ecco vedete signori», dice rivolto ai parlamentari della commissione, «questa è una cosa che va valutata perché sarebbe una ferita grave per la laguna». Costa tira dritto. «Il Porto è parte della città, ma deve rispondere anche a livello nazionale e internazionale», dice, «siamo disposti a parlare, ma prima vogliamo che si decida sul progetto a lungo termine». Tradotto, se il governo approva il progetto del nuovo canale, dice Costa, nell’immediato qualche nave potrebbe anche essere dirottata a Marghera per allentare la pressione. Ancora non basta ai comitati. Che ricordano come il traffico rimarrebbe dentro la laguna. E i pericoli, anche alla salute, resterebbero. Meglio pensare a un nuovo porto fuori, come la proposta De Piccoli per farlo a Punta Sabbioni. Polemiche aperte, decisioni ancora... in alto mare.

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