Grandi navi, dossier dei comitati «Basta con i progetti impossibili»

Esposto alla Corte dei Conti per verificare spese ingiustificate. «Vengono presentate ipotesi assurde Spreco di risorse e caos istituzionale per lasciare tutto com’è». Sotto accusa il Vittorio Emanuele
Di Alberto Vitucci
Interpress\M.Tagliapietra Venezia 25.09.2016.- Manifestazione No Grandi Navi. Zattere, Canale della Giudecca.
Interpress\M.Tagliapietra Venezia 25.09.2016.- Manifestazione No Grandi Navi. Zattere, Canale della Giudecca.

«Basta proporre soluzioni che hanno collezionato pareri negativi o vengono bocciate. Si prendono in giro i cittadini e si spendono risorse pubbliche. Per far restare la situazione com’è». Ambiente Venezia e Comitato NoGrandi Navi di nuovo all’attacco sul tema delle navi da crociera. Ieri hanno presentato un nuovo dossier alla Procura della Repubblica, alla Corte dei Conti, inviato anche al presidente del Consiglio, al Comune, all’Unesco e alla Regione. «Una storia infinita», scrivono, «per lasciare tutto com’è oggi. Cioè le grandi navi davanti a San Marco».

Il ragionamento dei comitati è semplice. «Due soli», scrivono, «i progetti che sono stati presentati all’esame della commissione Via e hanno ottenuto il parere ambientale. Positivo, nel caso della nuova Marittima a San Nicolò progettata da Cesare De Piccoli e dal gruppo Duferco. Negativo per il progetto di scavare un nuovo canale, il Contorta Sant’Angelo, proposto tre anni fa dall’Autorità portuale. «In un paese normale ci si aspettava che il ministro delle Infrastrutture prendesse atto e inviasse i progetti al Consiglio superiore dei Lavori pubblici per completare l’iter», dice il portavoce Luciano Mazzolin, «invece si sono inventati altre proposte».

«Non classificabile» quella, già peraltro ritirata, che prevedeva di scavare il canale Tresse Nuovo, per fare arrivare le navi in Marittima da Malamocco e dal canale dei Petroli.

Adesso la nuova proposta, lanciata dal sindaco Brugnaro e condivisa dal presidente del Porto, di far passare le navi per il canale dei Petroli e poi il Vittorio Emanuele. Arrivo anche qui in Marittima. «Ma non fanno i conti con le normative che impediscono il passaggio di navi nelle aree industriali a rischio Seveso», dice Mazzolin, «e con i danni causati alla laguna dal passaggio di queste navi enormi».

Ambiente Venezia parla di «caos istituzionale». E ricorda le decine di progetti avanzati e poi ritirati per le «alternative» alle grandi navi. Le banchine a Marghera, come aveva proposto l’ex sindaco Orsoni. Ma anche l’ex assessore Roberto D’Agostino, il Pd. Progetto «stroncato dalla commissione Via nella fase di scooping», ricorda Mazzolin. Poi il Contorta, le Tresse, adesso il Vittorio Emanuele. Mai presi in esame altri progetti per mettere le navi in mare, come quello Boato Vittadini (Lido), Falconi (Sant’Erasmo). Mentre si fanno strada a Malamocco alternative per le navi commerciali. «È ora di fare chiarezza sulle strategie future», conclude il portavoce, «e mettere da parte progetti che sono destinati alla bocciatura. Come il Vittorio Emanuele».

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