Grandi Navi, Celentano contro Costa: «E' incrostato alla poltrona»

Nuovo attacco del «molleggiato» sulla questione delle crociere a Venezia. «Perché c’è una deroga al decreto Clini che consente il passaggio a Venezia? Il silenzio di Lupi è il canto dello sfacelo»
La prua di una grande nave da crociera torreggia all'ingresso di via Garibaldi, nel sestiere di Castello, a nord del centro storico di Venezia, 8 luglio 2011. Così appare ai passanti mentre la meganave è impegnata a curvare verso il Lido, in direzione della bocca di porto di San Nicolò ed il mare aperto. Italia Nostra ha denunciato la pericolosità per Venezia di questo genere di traffico marittimo. .ANSA/ANDREA MEROLA
La prua di una grande nave da crociera torreggia all'ingresso di via Garibaldi, nel sestiere di Castello, a nord del centro storico di Venezia, 8 luglio 2011. Così appare ai passanti mentre la meganave è impegnata a curvare verso il Lido, in direzione della bocca di porto di San Nicolò ed il mare aperto. Italia Nostra ha denunciato la pericolosità per Venezia di questo genere di traffico marittimo. .ANSA/ANDREA MEROLA

VENEZIA. Prosegue la polemica di Adriano Celentano sulla questione delle grandi navi a Venezia. Dopo essersi preso del «ciabattino» dal presidente dell’Autorità portuale, il cantante risponde pan per focaccia, in qualche modo invece ringraziando Zaia, Cacciari e Orsini che si sono mobilitati per risolvere il problema. «Costa dovrebbe ringraziarmi perché sto tentando di farl capire che il tempo sta per scadere, sto tentando di farla desistere dagli sciagurati propositi a cui lei va incontro», sottolinea Celentano.

Tutto l’articolo di Celentano ruota attorno al decreto Clini-Passera, licenziato dal governo Monti subito dopo la tragedia della Costa Concordia:stabilisce che le navi con una stazza superiore a 40 mila tonnellate non possano avvicinarsi alle coste. Ma contiene una deroga apposta per Venezia. Una norma inspiegabile per il cantante che ha chiesto più volte all’attuale ministro Lupi di intervenire: «Ma il suo silenzio è il canto dello sfacelo», conclude Celentano.

GRANDI-E_WEB

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia