Grandi navi, Brugnaro blocca la mostra di Berengo Gardin a Palazzo Ducale

L’esposizione dei celeberrimi scatti sui “Mostri a Venezia” concordata da mesi con i Musei civici. Il sindaco ora vuole farla slittare per presentarla insieme alle tavole sullo scavo del Vittorio Emanuele

VENEZIA. Chi ha paura dei “Mostri a Venezia” di Gianni Berengo Gardin? Le potenti immagini del grande fotografo che documentano il passaggio delle grandi navi in Bacino di San Marco e il loro impatto visivo sulla città storica - già esposte lo scorso anno a Milano, a Villa Necchi Campiglio dal Fai, il Fondo per l’Ambiente Italiano - dovevano finalmente approdare anche in laguna in una mostra concordata da mesi e organizzata dalla Fondazione Musei Civici a Palazzo Ducale e la cui inaugurazione è stata annunciata per il 18 settembre, dopo che la città l’aveva di fatto in precedenza rifiutata, tra le polemiche. Ma, improvvisamente, due giorni fa, è arrivato il contrordine.

A fermare la mostra sulle grandi navi di Berengo - con il catalogo già in stampa, come riferisce anche il grande fotografo nell’intervista che pubblichiamo a fianco - è stato infatti il nuovo sindaco di Venezia Luigi Brugnaro. Il sindaco infatti ha convocato i vertici della Fondazione Musei - con il presidente Walter Hartsarich e il direttore Gabriella Belli - per comunicare loro l’opportunità di far slittare l’esposizione a data da destinarsi.

Il motivo? Perché la mostra non suscitasse polemiche e non desse un’immagine solo in negativo del passaggio delle grandi navi a Venezia, in un momento tra l’altro cruciale, con un vertice ministeriale sul problema atteso tra pochi giorni, dopo che il Tar del Veneto ha definitivamente “silurato” il progetto alternativo dello scavo del Canale Contorta-Sant’Angelo, prima sostenuto dall’Autorità portuale di Venezia.

L’idea esposta da Brugnaro - secondo quanto riferisce anche lo stesso Berengo Gardin - è quella che le sue immagini-denuncia sul passaggio delle grandi navi siano esposte in contemporanea con le tavole del nuovo progetto alternativo al transito in Bacino San Marco, a cui il presidente dell’Autorità portuale di Venezia Paolo Costa e il sindaco stanno lavorando in sintonia. Quello del cosiddetto progetto “Tresse Est”, che prevede lo scavo del Canale Vittorio Emanuele e che è già stato “annunciato” come Variante del Contorta-Sant’Angelo alla commissione “Via” del ministero dell’Ambiente, entro novanta giorni. In questo modo - secondo l’impostazione del sindaco - ci sarebbe nella mostra il momento di denuncia del problema, con le immagini di Berengo Gardin. Ma anche quello della sua soluzione, con il progetto alternativo “targato” Costa-Brugnaro, che il Governo dovrebbe fare proprio. Togliendo in pratica - con questo “fritto misto” espositivo - ogni valenza originale alle immagini di Gianni Berengo Gardin e creando così, di fatto, le condizioni per una sua rinuncia.

Di nuova data della mostra al Ducale, infatti, per ora non si parla, anche se si ventila la possibilità che possa essere prevista a fine ottobre. Ed è singolare che la nuova proposta di Brugnaro ricordi molto quella che il suo “alleato” Costa aveva già fatto a Berengo Gardin lo scorso anno, dopo le polemiche seguite alla sua denuncia di non aver potuto esporre le sue immagini a Venezia. «Quello che Le propongo», aveva scritto allora Costa al fotografo, ricevendone un cortese rifiuto, «è che, proprio partendo dalle sue opere, negli spazi della mostra si organizzino convegni e incontri sul tema di Venezia e della sua portualità. Una serie di incontri e seminari che affrontino ogni aspetto della saga sulle grandi navi in una sorta di confronto tra “verità” - più o meno scientifica - e “verità” fotografica». Un modo astuto, insomma, per “annacquare” l’effetto delle immagini di Berengo Gardin in una sorta di “festival” della crocieristica.

Ora si andrebbe oltre, perché la mostra del Ducale diventerebbe di fatto uno “spot” del progetto Tresse-Vittorio Emanuele. Usando, anche in questo caso, le immagini di Berengo come sfondo. Difficile - come pare di capire anche dalle sue dichiarazioni che riportiamo qui a fianco - che un grande fotografo con la reputazione di Gianni Berengo Gardin accetti questa mostra “a mezzo servizio”. E allora se - come è possibile - rifiuterà, la responsabilità sarà ufficialmente solo sua e il Comune potrà archiviare senza danni questa esposizione “scomoda”, che è evidentemente meglio che a Venezia non si veda.

Almeno fino a quando i “giochi” sulle grandi navi e i progetti alternativi non siano finalmente conclusi.

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