«Grandi navi, adesso decida la città»

Il sindaco Orsoni e il senatore Casson attaccano il Porto e illustrano la strategia sulle alternative: no allo scavo di canali
Di Alberto Vitucci
La supernave MSC Divina mentre transita nel bacino san Marco, Venezia, 21 settembre 2013. ANSA/ANDREA MEROLA
La supernave MSC Divina mentre transita nel bacino san Marco, Venezia, 21 settembre 2013. ANSA/ANDREA MEROLA

No al gigantismo portuale e allo scavo di nuovi canali. Sì al dialogo con industriali e lavoratori sul futuro occupazionale. Ma le grandi navi se ne devono andare da San Marco. E sul futuro della laguna, le decisioni spettano alla città e non a chi rappresenta «interessi di parte».

Il sindaco e il senatore. Seduti a fianco, perfettamente d’accordo sulla linea da tenere per le alternative alle grandi navi. Giorgio Orsoni e Felice Casson lanciano un messaggio chiaro al nuovo governo Renzi, che ha confermato al ministero delle Infrastutture l’ex Pdl Maurizio Lupi, con il cambio al vertice per l’Ambiente e l’ingresso dell’Udc Gian Luca Galletti.

Sala San Leonardo strapiena, ieri pomeriggio, per il secondo incontro sulle grandi navi promosso dalla Municipalità. Rispetto a un mese fa lo scenario è cambiato. E il voto del Senato consegna al nuovo governo l’impegno di mettere i progetti alternativi sul tavolo, per una decisione che dovrà arrivare entro 120 giorni. Attacchi a Porto e Vtp, e l’invito a confrontarsi «in modo laico» con i progetti proposti. «Il sindaco deve prendersi sulle spalle in prima persona la situazione», dice Casson, «per garantire che le procedure siano rispettate. In questa fase non sono accettabili intromissioni di enti tecnici come la Caputaneria di porto, l’Autorità portuale, il Magistrato alle Acque. Il Senato ha dato un input chiaro, adesso deve essere il governo insieme al Comune ad andare avanti». E non si tratta di un’indicazione, ma di un «indirizzo politico», precisa Casson. «Conoscendo i miei polli», attacca, «ho fatto mettere a verbale dal presidente del Senato che quell’ordine del giorno aveva valore di mozione. Cioè impegna il governo a fare certe cose. Anche se qualche pollo veneziano, Paolo Costa per capirci, aveva subito detto il contrario».

Orsoni illustra le motivazioni che hanno portato il Comune a presentare ben tre ricorsi al Tar contro le ordinanze e il decreto della Capitaneria di porto che indicano il canale Contorta e riducono i passaggi troppo poco i passaggi delle navi. «Ci vuole un disegno strategico, e il Porto non l’ha avuto, ha sbagliato le previsioni», dice il sindaco, «così per far passare le prossime navi dovremo smussare un pezzo di Punta Dogana».

Polemiche contro il Porto anche da parte del presidente della Muncipalità Erminio Viero. «La Vtp compra pagine sui giornali e diffonde dati falsi», ha esordito, «non è vero che l’unico modo per salvare le crociere sia costruire un canale da 170 milioni di euro. Progetti sul tavolo, dunque. Dovranno essere valutati nell’ambito della Valutazione di Impatto ambientale (Via) e della Valutazione strategica (Vas). Ampio e approfondito dibattito, presenti in sala cittadini, associazioni e comitati. «È in atto un attacco vergognoso contro il dissenso a questa politica del Porto», ha detto Tommaso Cacciari, a nome del comitato «No Grandi Navi», «ci hanno chiesto 300 mila euro per il tuffo di settembre, adesso anche la soprintendente ci ha chiesto i danni per aver diffuso un video. Facciamo appello alla solidarietà dei cittadini». Il comitato ha aperto una campagna di sottoscrizioni.

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