Grandi manovre per il Porto È Cancian il candidato di Costa
Grandi manovre già in corso per il futuro del Porto di Venezia e di chi lo guiderà, che si fondono anche con il progetto del nuovo terminal offshore caro al presidente in scadenza Paolo Costa e anche al sindaco di Venezia Luigi Brugnaro, ma che incontra invece la contrarietà preventiva del presidente della Regione Friuli, Debora Serracchiani, e anche la freddezza del Ministero delle Infrastrutture. A ottobre sarà già tempo di ricambio per Costa, con la fine del suo secondo mandato. Si apre quindi la corsa a una poltrona strategica per il futuro della città - tra traffico crocieristico da gestire, nuovo terminal Off-shore e gestione dell’attuale scalo portuale - sulla quale questa volta sarà il ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio a dire l’ultima parola. Non ci sarà più una terna di nomi indicati da Comune, Camera di Commercio e Provincia perché poi il ministro scelga fra di essi, ma sarà lo stesso ministro delle Infrastrutture a scegliere il candidato, cercando su di esso il concerto con il presidente della Regione Luca Zaia. Se l’accordo ci sarà, nessun problema; ma se l’accordo dovesse mancare, spetterà comunque al ministro Delrio l'ultima parola. Che non potrà non tenere conto però degli orientamenti veneziani. E Costa in accordo con il sindaco Luigi Brugnaro - e con il possibile appoggio esterno di un “padre nobile” come l’ex presidente del consiglio e della Commissione Europea Romano Prodi - starebbe già pensando a un possibile successore. Il nome che circola con insistenza in queste settimane è quello dell’europarlamentare del centrodestra Antonio Cancian, riconfermato a Strasburgo con oltre 19 mila preferenze. Cancian collabora da tempo con Costa sulle politiche portuali ed è stata chiamato dal Ministero dell’Economia due anni fa a fare il presidente e l’amministratore delegato di Rete Autostrade Mediterranee, azienda controllata dallo stesso Ministero che opera nel settore dei trasporti, promuovendo l'attuazione del Programma Nazionale delle Autostrade del Mare all'interno del Mar Mediterraneo. Oltre a essere titolare di un paio di società di ingegneria operanti nel Nordest.
Domani e domenica a Venezia è previsto anche un seminario a porte chiuse sul tema “Sulla via della seta”, organizzato da Costa anche con la partecipazione di Prodi, che dovrebbe servire anche a rilanciare la proposta di investitori orientali che sarebbero pronti ad accollarsi i costi ingenti del Venezia Terminal Offshore, contestato da Trieste. L’investitore cinese - già ricevuto a Ca’ Farsetti anche da Brugnaro - sarebbe un grande operatore orientale che ha svariati interessi, tra cui appunto anche quello nel traffico dei container e sarebbe interessato a investire sul terminal veneziano se esso fosse in grado di ospitare anche quelle navi di grandissima stazza per le quali attualmente l’ingresso al porto industriale di Venezia è di fatto precluso. E proprio Brugnaro, in un’intervista televisiva due giorni fa, ha di nuovo duramente attaccato la Serracchiani sul tema portuale, rilanciando l’off-shore. «È l’unica strada per lo sviluppo di tutti i porti dell’Alto Adriatico che devono fare squadra, fino a Capodistria», ha detto, «e anche se la Serracchiani dice che non c’è, abbiamo già un investitore cinese. Non può decidere lei per tutti».
Enrico Tantucci
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