Grande caldo e aflatossine a rischio metà del raccolto

Mira. La categoria lancia l’allarme per la poca acqua nei canali d’irrigazione ma la produzione risente anche dalla presenza dei temibili funghi tossici
Di Alessandro Abbadir
epa00838667 Maize is harvested at Kiskunfelegyhaza, 111 kms southeast of Budapest, Hungary, Tuesday, 10 October 2006. EPA/SANDOR UJVARI HUNGARY OUT*************** TRADUZIONE ***************il mais epa00838667 è raccolto a Kiskunfelegyhaza, un sud-est del 111 kms di Budapest, Ungheria, martedì, il 10 ottobre 2006. EPA/SANDOR UJVARI UNGHERIA VERSO L'ESTERNO
epa00838667 Maize is harvested at Kiskunfelegyhaza, 111 kms southeast of Budapest, Hungary, Tuesday, 10 October 2006. EPA/SANDOR UJVARI HUNGARY OUT*************** TRADUZIONE ***************il mais epa00838667 è raccolto a Kiskunfelegyhaza, un sud-est del 111 kms di Budapest, Ungheria, martedì, il 10 ottobre 2006. EPA/SANDOR UJVARI UNGHERIA VERSO L'ESTERNO

MIRA. Il gran caldo dimezzerà i raccolti non solo in Riviera del Brenta. A causa della forte siccità il rischio di diffusione delle devastanti aflatossine nelle colture è elevatissimo Da parte della Cia (Confederazione italiana agricoltori) intanto arriva anche un appello al completamento dell’idrovia Padova - Venezia . Un’opera che va pensata per gli agricoltori anche come grande bacino di invaso e riserva idrica.

«L'ondata di calore cui è sottoposto il Veneto »,, spiega Luca Lazzaro responsabile bonifica Cia Venezia,«sta mettendo a dura prova le aziende agricole soprattutto in Riviera del Brenta : è necessario ripristinare il più presto possibile i livelli idrici dei canali di irrigazione, per non dover fare i conti con quanto già visto nel 2003, 2007 e 2012». La zona più colpita in questo momento è quella centrale della provincia, localizzata tra i comuni di Fossò, Dolo, Camponogara e Mira. Lazzaro va nel dettaglio: «La siccità che ha colpito dapprima i terreni più sabbiosi». continua , «ora si sta espandendo anche agli altri, e quel che è peggio è che molto spesso manca l'acqua per l'irrigazione. Alla scarsità di afflusso idrico di questa stagione, si affiancano spesso lavori lungo i fiumi che ne riducono le portate, o mantenimento dell'acqua nei bacini per scopi idroelettrici. Se la situazione non verrà invertita nel giro di pochi giorni, permettendo almeno di irrigare, i danni per le aziende agricole saranno ingentissimi, dato che l'onda di calore è cominciata molto presto, con riduzioni di produzione che potranno arrivare anche oltre il 40-50% per i seminativi, e il pericolo di contaminazione da aflatossine per il mais è elevato». Due le richieste della categoria «Chiediamo alla Regione», spiega Lazzaro, «di fare sinergia con gli altri enti preposti alla gestione dell'acqua, per dare priorità alle esigenze di chi sta subendo grosse perdite economiche e non ha altro modo di ridurle se non facendo ricorso all'irrigazione. In un'ottica di medio-lungo termine, è necessario poi accelerare l'iter di completamento dell'Idrovia Venezia- Padova. Un canale navigabile che deve avere con una portata di 400-450 mc/sec, perché possa essere usato come un grande bacino di invaso nei periodi di scarsità idrica. Questo», conclude, «per non trovarci anche negli anni futuri nell'impossibilità per le aziende agricole di produrre reddito».

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