Grande area Ztl e Terraglio bis, il Pd contro il Piano della Mobilità

Presentazione pubblica al Candiani: per Rosteghin «è l’inizio di un percorso da condividere con tutti». Bergamo: «Aspetto suggerimenti fino a luglio». Ora la discussione passa nelle Municipalità

«Sono proposte di cui sono convinto, ma non innamorato, e quindi si possono cambiare». E però ai «tanti soloni» che oggi criticano gli interventi ricorda che «sono in gran parte contenuti nell’attuale piano, di cui stiamo provvedendo all’aggiornamento. Vogliamo fare un percorso partecipato, perché è un piano che vuole essere d’aiuto per residenti e categorie economiche, e non d’ostacolo». La premessa dell’assessore alla Mobilità Ugo Bergamo, ieri al centro Candiani per la presentazione pubblica del nuovo Piano urbano della mobilità (Pum) che disegna le strategie degli interventi da qui ai prossimi dieci anni, la dice lunga sui tanti attacchi di mal pancia, accusati non solo tra le categorie economiche, ma anche all’interno della stessa maggioranza, a partire dal Pd, che tira subito il freno a mano. «Questa presentazione è solo l’inizio di un percorso», dice il consigliere comunale Emanuele Rosteghin, «che dovrà essere condiviso con tutti» lasciando intendere che per il Pd è un documento che va in parte riscritto. Perché - è il ragionamento - i tempi sono cambiati rispetto agli interventi previsti con l’approvazione di due anni fa.

Gli interventi contestati. A partire dalla grande zona a traffico limitato (Ztl) per tutto il centro di Mestre. Se per Bergamo, come ha ribadito anche alla presentazione di ieri «si tratta di una soluzione che ha ancora una sua validità» per il Pd è un progetto assurdo, soprattutto in tempi di crisi, e tra l’altro in contrasto con un piano dei parcheggi (per un totale di 8.500 posti auto) che ne prevede alcuni pure all’interno dell’area vasta a traffico limitato, che trasformerebbe Mestre, come ha spiegato la progettista del Piano, Silvia Grandese, in una città come Milano. L’altro punto contestato è la realizzazione del Terraglio bis, previsto a Est della strada napoleonica (di cui dovrebbe ridurre il traffico del 30%) ipotizzato in previsione di un aumento del traffico tra Mestre e Treviso del 100%. Una strada che però andrebbe a incidere in una delle poche aree verdi rimaste in zona, in via Marignana, e sulla quale il Comune di Mogliano ha già espresso le sue perplessità come hanno ricordato ieri Mario Fassina del comitato di zona e Giampietro Francescon, già presidente della Municipalità di Mestre. Una strada che il Pd non vuole e alla quale preferirebbe la liberalizzazione, per i residenti della zona, del tratto autostradale tra Mestre e Treviso, sul modello di quanto avviene tra i casello di Marghera e Mirano/Dolo. C’è infine, il by-pass di Favaro, tagliato fuori dal recente di Piano di attuazione di territoriale (Pat) e rientrato con il Pum, contro il quale in molti nel quartiere si stanno preparando a fare le barricate.

La strada dei Bivi. Sulla strada dei Bivi sono tutti d’accordo, ed è una cosa piuttosto semplice da dire dato che si tratta di un intervento di cui beneficerà soprattutto Mestre, con la riduzione del traffico sulle vie Castellana e Miranese, ma che ricadrà soprattutto nei territori di Spinea e soprattutto Martellago, che qualche perplessità l’ha già dimostrata. Un progetto di cui discute da anni, che riprende il percorso della vecchia ferrovia dei Bivi, e che dovrebbe collegare la zona di Rossignago (Spinea) con la rotonda degli Arzeroni a Mestre, nei pressi dell’ospedale. La strada dei Bivi, dice la bozza del testo del Piano della mobilità, è una delle priorità per la città.

Ecopass in tangenziale. Ai tempi di Paolo Costa sindaco si chiamava Eurovignette. Ora si è trasformato in Ecopass, dal quale saranno esentati i residenti, ma la sostanza non cambia: far pagare chi percorre la tangenziale di Mestre. Se ne potrebbero ricavare tra 9 a 23 milioni di euro soldi da destinare alla realizzazione di un sogno, che Bergamo ha comunque voluto mettere sul Piano: l’interramento della tangenziale, previsto per il 2030. «Oltre ad incentivare ulteriormente l’utilizzo del Passante di Mestre» si legge nella relazione «l’Ecopass contribuirebbe al finanziamento dei lavori per l’interramento». Ne sono convinti anche quelli del Cocit, il coordinamento delle associazioni contro l’inquinamento da tangenziale. Spiega Mirco Speciale: «L’interramento resta l’obiettivo. Prima di esprimerci sul resto del piano vogliamo leggerlo bene».

Confronto aperto. Tempo per approfondirlo, e per cambiarlo, ce n’è. «Il mio approccio è laico», ha detto Bergamo, spiegando di essere disponibile «ad aspettare suggerimenti e osservazioni fino alla fine di luglio». In queste settimane il documento sarà discusso e studiato nelle municipalità prima di diventare un documento ufficiale che dovrà essere approvato dalla giunta e votato dal consiglio comunale.

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