Gran pasticcio sulle licenze dei taxi Tutta da rifare la gara del 2003

In alternativa il Comune deve ritirare le autorizzazioni. Il caso della sanatoria decisa nel 2010



Gara per l’assegnazione di 12 licenze taxi a Mestre, che pasticcio. A distanza di quasi vent’anni da quando il Comune la promosse - era il 20 novembre del 2003 - il Consiglio di Stato si è pronunciato: il Comune deve provvedere al «rinnovo della procedura di gara per l’assegnazione delle 12 licenze, ovvero - con atto congruamente motivato - di non assegnare le licenze per cui è causa». Un piccolo terremoto per il Comune e per i 12 tassisti interessati, in circolazione con una licenza che, dice il consiglio di Stato, proprio in regola non è. La sentenza della Quinta sezione è di pochi giorni fa. E riporta alla luce una questione che era finita nei cassetti degli studi legali. Sulla quale Luciano Montefusco, difeso dagli avvocati Michele Greggio e Carlo Zampieri di Padova, può finalmente cantare vittoria. Anche perché, sempre il Consiglio di stato ha stabilito che per ogni giorno di ritardo da parte del Comune nell’esecuzione della sentenza Montefusco dovrà ricevere 50 euro dal Comune.

L’origine

La kafkiana vicenda si può riassumere così: nel 2003 Montefusco decide di partecipare alla gara per l’assegnazione delle 12 licenze. Tre anni dopo esce la graduatoria. Montefusco si classifica all’87° posto ma non ha intenzione di mollare. Sostiene infatti che ci siano state delle irregolarità e si appella al Tar. E il Tar, nel 2007, gli dà ragione sostenendo che la procedura di gara sia stata illegittima «per non aver previsto i criteri di valutazione dei titoli». Nel mirino del Tar anche «l’illegittimità dell’operato della commissione di concorso» che aveva fissato i criteri di valutazione «solo dopo l’apertura delle buste» con le domande di partecipazione. Conoscendo bene «i nominativi dei partecipanti e i titoli presentati». Il Comune fa ricorso ma il Consiglio di Stato, nell’ottobre del 2009, conferma l’impostazione del Tar. E dispone il ritiro delle licenze.

La sanatoria

E il comune che fa? Rifa la gara? No. Ritira le 12 licenze? Sì e no. Le ritira ma allo stesso tempo, con un diverso provvedimento, le regolarizza con una sanatoria. Licenze rilasciate 25 gennaio del 2010.

I passi falsi

Montefusco va su tutte le furie e impugna le delibere. Ma lo fa troppo tardi. Così nel febbraio del 2011 il Tar giudica il ricorso inammissibile per «la tardività del deposito». E anche il Consiglio di Stato sbatte la porta, per gli stessi motivi. Montefusco non si arrende e ci riprova. Chiedendo questa volta aiuto ai due legali padovani. Che decidono di cambiare strategia.

L’ultima sentenza

I legali decidono quindi di andare in tribunale non per impugnare le delibere relative alle assegnazioni dirette. Ma per chiedere l’esecuzione delle due sentenze della giustizia amministrativa del 2007 del 2009. Il Tar dice di no. Ma il Consiglio di Stato ribalta la sentenza. Che quella gara fosse illegittima, scrive, non ci sono dubbi. Così come che il Comune non abbia mai fatto nulla per dare esecuzione alla sentenza. Il Comune ha cercato di sostenere che le 12 licenze in sanatoria siano state rilasciate in via temporanea. «Al contrario», dice il Consiglio di Stato, «sono licenze permanenti». E quindi si torna punto a capo, dove si era arrivati nel 2009, prima della sanatoria. Il Comune rinnovare la procedura di gara. O, in alternativa, non assegnare le licenze che nel frattempo sono diventate illegittime. Nelle prossime ore è attesa una decisione. —



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