Gpl: varco chiuso, cantieri fermi

Chioggia. Bloccato l’accesso per il sequestro giudiziario, le scorte sono esaurite e i lavori bloccati
CHIOGGIA. Cantiere Gpl nuovamente fermo. Da lunedì non ci sono operai al lavoro perché i camion non hanno possibilità di accesso per i rifornimenti e le scorte interne sono esaurite. Il varco tradizionale è sotto sequestro penale, il varco previsto dal progetto originario è in attesa di autorizzazioni e l’accesso interno dalle aree di Aspo è stato chiuso. La Costa Bioenergie è stata costretta a fermare i lavori con un conseguente danno economico.


Inoltre in questi giorni sta arrivando a tutti i commercianti ed esercenti della città una lettera del comitato No Gpl che li invita a unirsi alla battaglia legale per far sentire nella prossima udienza al Tar il peso degli interessi economici in gioco anche della controparte.


Chi negli ultimi giorni è passato per Val da Rio si è accorto subito che il cantiere è fermo. E lo conferma la stessa ditta che spiega l’interruzione con «l’impossibilità di far arrivare i rifornimenti, con conseguenti danni economici».


L’accesso utilizzato nella normalità è stato sigillato il 21 settembre, dalla polizia giudiziaria della Capitaneria di porto, in esecuzione del provvedimento di sequestro cautelare emesso dal pm Massimo Michelozzi e poi convalidato dal gip. In realtà i lavori si erano bloccati solo qualche giorno perché il sequestro riguarda solo 156 metri quadri di accesso e l’area interna può essere utilizzata.


Ora però i materiali già depositati sono finiti e senza nuovi rifornimenti gli operai non possono proseguire. Il cancello sull’area Aspo è stato chiuso (forse dopo la diffida del comitato No Gpl inviata ai consiglieri chioggiotti) e la richiesta presentata da Costa Bioenergie per poter utilizzare il varco previsto dal progetto non ha ancora ottenuto risposta.


In pratica da lunedì scorso si consumano per intero gli effetti del sequestro.


«Per noi è chiaramente motivo di soddisfazione», spiega Roberto Rossi, presidente dei No Gpl, «ci chiediamo anche se la nostra segnalazione sulle irregolarità dell’accesso fosse stata accolta subito, a settembre dell’anno scorso, quando il cantiere era in fase embrionale (i “bomboloni” sono arrivati a dicembre,
ndr
), cosa sarebbe accaduto… Ora ci stiamo concentrando sulla prossima udienza del ricorso al Tar, invitato dal Consiglio di Stato ad entrare quanto prima nel merito delle autorizzazioni paesaggistiche secondo noi mancanti. Comitato e Comune sono in prima linea, ci piacerebbe avere accanto le categorie economiche».


Nella lettera inviata in modo capillare alle attività commerciali e artigianali si chiede di unirsi alla battaglia perché quando il Tar soppeserà gli interessi economici quelli della Costa Bioenergie (25 milioni di euro) possano essere controbilanciati dalle conseguenze sulle attività esistenti.


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