Gpl, primo round a Costa Bioenergie
CHIOGGIA. Il cantiere del gpl non necessita di autorizzazione paesaggistica. Così ha deciso il Tar del Veneto, che ha accolto il ricorso presentato da Costa Bioenergie contro l’ordinanza del Comune del 9 maggio 2017 con cui si imponeva il ripristino dello stato dei luoghi entro 120 giorni per assenza del titolo paesaggistico, come indicato dalla Soprintendenza ai beni ambientali. In base alla sentenza ora l’ordinanza del Comune dovrà essere annullata.
Un esito che ovviamente indigna l’amministrazione comunale, ma anche il comitato No Gpl, le sigle economiche e turistiche e la Regione che si erano associate al ricorso con la formula ad opponendum, che stanno già valutando di ricorrere al Consiglio di Stato per tentare di ribaltare la sentenza.
Il pronunciamento del Tribunale amministrativo arriva a quasi un mese dall’udienza che si è tenuta il 10 maggio scorso a Venezia e a un anno dall’ordinanza contestata. In aula da una parte gli avvocati di Costa Bioenergie, Alberto Marconi, Massimo Rutigliano e Francesco Maria Curato, dall’altra gli avvocati civici del Comune, della Regione e dello Stato, in difesa della Soprintendenza ai beni ambientali citata in causa assieme al Comune, e l’avvocato Matteo Ceruti in difesa del comitato No Gpl e delle sigle economiche e del turismo che si sono affiancate nei mesi al ricorso. Le parti hanno portato memorie dettagliate a sostegno delle proprie tesi, ma il Tar ha accolto quelle del ricorrente, la Costa Bioenergie, sostenendo che l’autorizzazione urbanistica rilasciata a suo tempo dal dirigente comunale e le due conferenze dei servizi tenute a Roma, malgrado l’assenza degli enti competenti sulla materia paesaggistica (commissione Salvaguardia di Venezia, Soprintendenza), fossero sufficienti a comprendere anche il via libera ambientale.
Il cantiere di Punta Colombi può quindi per il momento proseguire indisturbato. Con l’ordinanza di maggio 2017 i lavori si erano interrotti per un mese. La ditta aveva subito presentato ricorso al Tar che, concedendo la sospensiva, aveva permesso a ruspe e operai di tornare al lavoro nel giro di poche settimane, riservandosi di entrare nel merito del provvedimento in un momento successivo.
L’udienza si è tenuta il 10 maggio, 12 mesi dopo l’ordinanza. Nel frattempo il fronte di sostegno al Comune nel ricorso si è allargato. Con la formula ad opponendum si sono uniti il comitato No Gpl e progressivamente molte altre sigle del turismo, del commercio, della pesca. Nelle ultime settimane ha preso posizione anche la Regione, affiancandosi al Comune nel sostenere che il cantiere non abbia l’autorizzazione paesaggistica e che quindi di fatto debba essere demolito. Il Tar, però è di avviso contrario. Ora si apre una seconda fase del procedimento amministrativo con l’appello al Consiglio di Stato. In parallelo è pendente l’indagine della Procura affidata a un pool di quattro magistrati che stanno lavorando su più filoni d'inchiesta.
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