Gpl, ora si attende il blocco del cantiere

Chioggia. Dolfin (Lega) avverte: «Non facciamoci illusioni, abbiamo solo vinto la prima battaglia, la partita si gioca a Roma»

CHIOGGIA. Settimana di fuoco sul fronte dell’impianto Gpl. L’ordinanza di blocco del cantiere, annunciata dal sindaco Alessandro Ferro venerdì scorso sull’onda di quanto indicato dalla Soprintendenza e dal Ministero dei Beni culturali, potrebbe arrivare a ore o al massimo entro qualche giorno.

Il tempo per il dirigente all’Urbanistica Gianni Favaretto e per gli avvocati a cui si appoggia l’amministrazione di valutare bene tutti gli aspetti in modo da non esporsi a rischi eccessivi. La Costa Bioenergie non ha mai fatto mistero di essere pronta a rivendicare in tutte le sedi i “diritti” acquisiti con il decreto interministeriale del 26 maggio 2015 che ha autorizzato l’impianto in quel contesto. È ovvio che non appena l’amministrazione comunale notificherà l’ordinanza di blocco dei lavori e di obbligo del ripristino dello stato dei luoghi, l’azienda farà ricorso al Tar per chiedere che il provvedimento sia sospeso in attesa magari di sanare la parte dichiarata anomala da Mibact, Soprintendenza, comando dei carabinieri del nucleo tutela del patrimonio e dall’Avvocatura regionale. Tutti questi enti hanno decretato che manca l’autorizzazione paesaggistica e che nell’iter andavano obbligatoriamente coinvolti Soprintendenza e commissione di Salvaguardia di Venezia.

Dello stesso avviso non è però il Ministero dello sviluppo economico (Mise) che ha sempre ribadito come l’iter che ha portato al decreto autorizzativo sia perfettamente regolare. Ci si trova quindi oggi con due Ministeri che dicono due cose diverse.

La partita si è giocata e continua a giocarsi a Roma. «Ricordiamoci che l’impianto di Chioggia è un’opera voluta dallo Stato e ritenuta strategica a livello nazionale», sostiene il consigliere della Lega, Marco Dolfin, «dopo l’ok del Mise e del Mit mi risulta strano che il Mibact si metta di traverso, ma siamo in Italia e tutto può succedere. Sono lieto, come tutta la città, che l’amministrazione comunale abbia deciso di bloccare i lavori perché un Ministero ha alzato la voce, ma prima di cantare vittoria dobbiamo ancora vincere la guerra e qui siamo solo a una prima battaglia».

La decisione di procedere con l’ordinanza rimane comunque un macigno nel percorso del cantiere che finora non ha trovato ostacoli. La città attende con ansia di vedere l’atto firmato e notificato anche se ci sono visioni diverse sul merito.

I Cinque Stelle la ritengono una vittoria del lavoro messo in campo da luglio e in particolare dell’ultimo esposto, al nucleo di tutela del patrimonio, che ha sortito la presa di posizione della Soprintendenza. Molti altri la ritengono merito esclusivo del comitato No Gpl che ha bussato a tutte le porte sollevando anomalie e lacune dell’iter. Altri gongolano per il passo in avanti senza porsi tante domande su cui ne sia stato l’artefice. Resta il fatto che la battaglia dei “No Gpl”, almeno dal punto di vista giuridico, è appena iniziata.

Elisabetta Boscolo Anzoletti

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